Pioli ha capito che lo svedese è un grande attaccante fisicamente tutt’ora potente, non un motivatore. Oltre a Juve e Inter, per la Champions Lazio e Atalanta sono candidate autorevoli, legittime le aspirazioni di Napoli e Roma, ma i rossoneri hanno equilibrio e continuità per giocarsela fino in fondo.
Ibra aveva ragione, si stava solo riscaldando. Lo svedese, rientrato un anno fa come supporto soprattutto emotivo per una squadra che s’era persa nel mezzo del cammin del campionato, è in realtà oggi un perno tecnico del Milan che vuole la Champions. Lo ha capito Pioli, il primo a considerarlo per quello che è ancora: un grande attaccante fisicamente tutt’ora potente, non un motivatore. Le difficoltà e l’ombra di Rangnick hanno finito per compattare la squadra e nello stesso tempo hanno dato al tecnico il coraggio di giocare finalmente rischiando.