TORINO – Fabio Paratici è coinvolto nella vicenda dell’esame truccato di Luis Suarez all’Università per Stranieri di Perugia? Oggi alcuni giornali e alcuni siti hanno pubblicato la notizia che il suo nome verrebbe citato in alcune conversazioni, ma non risultano telefonate di Paratici stesso con qualcuno degli indagati (che nel caso sarebbero state registrate, visto che i vertici dell’Università erano tutti intercettati). E dalla Juventus escludono che possa aver contattato qualcuno degli indagati. Al momento c’è solo la ricostruzione di Maurizio Oliviero, rettore dell’altro Ateneo di Perugia, Università Statale (non indagato), e curiosamente quasi omonimo di Simone Olivieri, direttore generale dell’Università per Stranieri (e indagato). Oliviero spiega al Corriere della Sera di aver ricevuto una telefonata da un non meglio precisato membro «dello staff della Juventus» che chiede se nella sua Università è possibile sostenere l’esame per ottenere la famosa certificazione B1 di italiano, necessaria a Luis Suarez per ottenere la cittadinanza. La risposta è no, ma Oliviero dice: «Risposi che avrei interessato i colleghi dell’Università per gli Stranieri. Chiama la collega Giuliano Grego Bolli (rettrice e attualmente indagati, ndr) e parlai pure con Simone Olivieri. Ad entrambi spiegai quali erano le richieste e girai i contatti. Qualche giorno dopo l’esame sostenuto da Suarez sono stato contattato da Paratici che voleva dirmi che l’entourage del giocatore era rimasto molto soddisfatto dell’accoglienza ricevuta e voleva ringraziarmi. Una telefonata di cortesia».
TIFOSI E RESPONSABILITA’ – Il nome di Paratici poi ricorre nelle telefonate intercettate fra gli indagati, nelle quali si fa menzione della fretta che avrebbe la Juventus (viste le tempistiche del mercato), ma – almeno dalle carte trapelate finora – non c’è un passaggio in cui viene citata una qualche pressione da parte del club o una promessa di un qualche utile in cambio del quale facilitare l’esame di Suarez. Si nota, più che altro, una certa eccitazione da tifoso di chi, fra gli indagati, è juventino (Olivieri lo è, così come la professoressa Stefania Spina, che prepara Suarez all’esame) e lo si evince da frasi come: «Paratici è più importante di Mattarella» o «dobbiamo aiutare il nostro centravanti» o «con questo vinciamo la Champions». Non è ancora emerso, almeno pubblicamente, la prova della corruzione dei vertici dell’Università per Stranieri da parte di un dirigente o di un dipendente della Juventus o, al limite, dello studio legale Chiusano che era stato incaricato di gestire l’iter burocratico con l’Università (è di ieri la dichiarazione dell’avvocato Maria Turco che chiarisce la sua versione dei fatti a riguardo). E il punto chiave, per capire le responsabilità della Juventus e dei suoi tesserati, nella vicenda è proprio questo: al netto dell’esame truccato, infatti, è necessario provare che qualcuno di riconducibile alla Juventus abbia effettivamente spinto o pagato (non necessariamente in denaro) per truccarlo. Intorno a questo punto ruota il destino dei bianconeri anche in sede di giustizia sportiva.
LE CONSEGUENZE – Già, la giustizia sportiva. La Procura Federale ha aperto un fascicolo, che accoglierà le carte di Perugia e che potrebbe essere arricchito da indagini autonome della Federcalcio. Perché la Juventus possa essere accusata di qualcosa, tuttavia, è necessario che ci sia la prova concreta della corruzione dei vertici o dei professori dell’Università affinché facilitassero l’esame di Suarez. A quel punto potrebbero anche procedere con un processo sportivo con pene che vanno dall’ammenda fino alla penalizzazione di punti in classifica a livello di club e l’inibizione fino a due anni per i tesserati. Il coinvolgimento di Paratici, per esempio, allo stato attuale delle cose – ovvero se non emergono ulteriori notizie – non presenta punti rilevanti ai fini penali. Da verificare, invece, chi sia il membro dello staff che chiama Oliviero per informarsi (fin qui comportamento assolutamente legale) e se questo stesso abbia poi interagito con gli indagati e in che modo. Ovvero se limitandosi a chiedere informazioni o se esercitando pressioni o promettendo un qualche utile. Solo nel secondo caso la vicenda potrebbe comportare delle conseguenze per la Juventus. Alla Juventus sono solo innervositi per la tempesta mediatica, ma tranquilli su tutto il resto.
Per non perdere i prossimi approfondimenti esclusivi iscriviti gratuitamente alla newsletter di Tuttosport inserendo il tuo indirizzo email nel box di registrazione presente qui in basso.