Ricordate Lars Jesper Blomqvist? Bene, l’ex centrocampista svedese di Milan, Parma e Manchester United oggi fa il manager-pizzaiolo (dopo una non indimenticabile esperienza da allenatore) e la sua pizzeria “450° gradi” di Lidingö, comune di quasi 44mila abitanti situato nella contea di Stoccolma, è stata eletta la scorsa settimana come una delle migliori 50 in assoluto d’Europa.
Il 46enne di Umeå, in un’intervista rilasciata ai colleghi di tuttomercatoweb.com durante il lockdown, aveva rivelato: “Quando arrivai in Italia scoprii di avere una grande passione per il cibo e per il vino. Avevo 22 anni e arrivai al Milan e già il buffet di Milanello era qualcosa di impressionante. E poi mi accorgevo di come in Italia la gente si godesse il cibo: non era questione di nutrirsi ma era un vero e proprio rituale. Io non bevevo nemmeno il caffè, mentre adesso a casa ho la mia macchina professionale. Una cosa che non dimentico è la prima volta che ho provato il risotto. In Svezia ero abituato al semplice riso bianco e quando me lo vidi servire a Milanello chiesi: ‘Ma che cos’è?’. Poi l’ho mangiato e ne sono rimasto colpito. E tutt’ora se ho ospiti a casa e voglio fare impressione a qualcuno mi metto a cucinare proprio il risotto”.
In quell’occasione Blomqvist parlò anche dell’esperienza milanista (stagione 1996-97) condita da un unico gol al Bologna il 16 febbraio 1997: “Quando mi guardo allo specchio ripenso alla sfortuna di arrivare al Milan proprio in quell’anno. Speravo di arrivare in un Milan forte e inserirmi pian piano, crescendo senza fretta davanti ai grandi campioni. C’era Arrigo Sacchi e mi diede fiducia da subito e forse mi sono bruciato, perché la squadra non girava e io di conseguenza. È stato davvero un dispiacere perché io il Milan l’ho voluto fortemente. Pensa che quando giocavo al Göteborg mi cercavano squadre di tutta Europa: io non avevo procuratore e dissi al mio club che avrei preso in considerazione solo il Milan, che era il club dei miei sogni”.