TORINO – Le poche linee di febbre, che in altri momenti sarebbero state considerate soltanto tali, hanno fatto immediatamente scattare l’allarme nel ritiro della nazionale argentina: Paulo Dybala da quattro giorni è alle prese con un problema gastrointestinale che lo ha costretto a saltare la prima sfida contro l’Ecuador e pure la seconda, in programma stasera, contro la Bolivia a La Paz. La gastroenterite può portare febbre, ma a scanso di equivoci, l’attaccante dell’Argentina e della Juventus è stato sottoposto a doppio tampone che ha dato esito negativo. Sarebbe stato un caso eccezionale se fosse stato trovato positivo perché il bianconero aveva già contratto il Coronavirus a marzo ed era guarito addirittura dopo 42 giorni. «La protezione post infezione pare scarsa – precisa il professor Giovanni Di Perri, primario di Malattie Infettive all’ospedale Amedeo di Savoia di Torino -, ma Dybala individualmente non rischia nulla. Il malessere attuale può essere facilmente dovuto ad altra infezione».
Nonostante l’indisposizione, i piani della Joya non cambiano: non rientrerà in anticipo a Torino, ma oggi volerà a La Paz dove si unirà ai compagni di nazionale e dopo la partita di qualificazione mondiale farà ritorno in Europa con lo stesso aereo dell’andata, ovvero il charter privato di Leo Messi, un Gulfstream V da oltre 13 milioni che l’asso del Barcellona ha messo a disposizione dei connazionali e degli amici (all’andata c’era anche l’uruguaiano ed ex compagno di squadra Luis Suarez) per poter viaggiare in sicurezza.
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