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Juve-Napoli: le sentenze, la giustizia e la politica

Le sentenze non si commentano. Dicono così molti, quando si tratta di verdetti politici e di pura giustizia. Nel caso del football le sentenze non soltanto si commentano ma vengono contestate pubblicamente, sfruttate come nuova occasione di lotta tra fazioni. Se poi c’è di mezzo la Juventus allora il popolo si raggruma contro il diavolo e si va di seguito. La decisione del giudice sportivo sul caso Juventus-Napoli era prevista e prevedibile, se esistono le leggi queste banno applicate. Se il verdetto fosse stato differente avrebbe creato un precedente pericoloso.

Nel vociare comune si sono esibiti anche persone e personaggi di vario tipo, ultimo Pippo Baudo che ha parlato di stile non onorato e altro. La Juventus avrebbe sbagliato, nell’eleganza, presentandosi in campo. Ora, Pippobaudo, una parola sola, e altri sodali di pensiero dovrebbero sapere che se la Juventus non si fosse presentata avrebbe subìto uguale condanna eppoi perché nessuno dice che alla pantomima hanno partecipato anche gli arbitri, muniti di ombrello? Loro sì, gli altri no? Un commedia italiana, di ignoranza e arroganza. Si aggiunge: ma De Laurentiis aveva messaggiato con Agnelli chiedendo il rinvio. Ma che roba è? Basta una telefonata, un sms e i regolamenti vengono bypassati? Un’altra scenetta tipica nostrana, una strizzatina d’occhi, una pacca sulle spalle, un caffè al bar e chi si è visto si è visto. Il paese di Pulcinella e di Gianduja, un carnevale di cartonati che nulla sanno e di tutto parlano.

Il Napoli, in quanto squadra, da Gattuso fino all’ultimo dei magazzinieri, non ha nessuna colpa di questo, anzi viene intossicato dalle scelte del suo presidente che vuole insegnare l’arte dell’imprenditoria al mondo del football e, al tempo stesso, cerca di aggirare le regole scritte. Questa è la vera responsabilità che coinvolge la squadra di pallone assolutamente pura in questa vicenda. Se il verdetto dovesse essere ribaltato non ci saranno vincitori ma una sola sconfitta: la giustizia in quanto tale. Il resto è fuffa di bassissima politica. Ci facciamo riconoscere sempre, tra passaporti falsi, esami farlocchi, omesse denunce, squalificati in carriera. Il virus ha cambiato le nostre abitudini ma non ha cambiato il calcio.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a


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