L’ultima volta che la Juventus aveva giocato a Crotone, il 18 aprile 2018, aveva pareggiato 1-1 (subendo anche allora gol da Simy) e poche settimane dopo aveva vinto lo Scudetto. Il ricorso storico è di buon auspicio, ma per completarlo la squadra di Andrea Pirlo deve crescere e tanto. Per fortuna di settimane al traguardo adesso ne mancano molte, ma neppure il lavoro è poco. A Crotone la squadra bianconera ha confermato le difficoltà viste a Roma, sia nell’impostare contro il pressing alto, sia nel difendere sui contropiede, soprattutto sugli esterni. D’altra parte non si poteva pretendere che i cambiamenti apportati da Pirlo, senza un precampionato per metterli a punto, funzionassero subito
SERIE A, LA CLASSIFICA
La partita inizia nel segno delle sorprese. La prima la offre Pirlo con la formazione, in cui era atteso il debutto dal primo minuto in bianconero di Federico Chiesa, ma certo non quello dell’altro figlio d’arte Manolo Portanova, schierato da esterno sinistro-trequartista, alla Ramsey. Aggiungendo Arthur gli esordienti come titolari sono tre, i nuovi rispetto alla scorsa stagione sei (Frabotta e Portanova erano nella Under 23). E si vede: i meccanismi non possono essere ancora sincronizzati e il Crotone ne approfitta lanciando in avanti Pereira e Reca, gli esterni di un 3-5-2 per nulla rinunciatario, cercando di colpire sulle fasce prima che il 3-2-5 offensivo di Pirlo si trasformi nel 4-4-2 difensivo. Ci riesce soprattutto sulla destra bianconera, dove è normale che gli automatismi tra Danilo e Chiesa siano da mettere a punto. E da lì nasce la seconda sorpresa: il vantaggio rossoblù firmato al 12′ da Simy su rigore, provocato proprio da un fallo di Bonucci su un inserimento di Reca. La Juventus soffre il pressing alto del Crotone, non riuscendo a muovere la palla con rapidità e precisione, ma al 21′ riesce a volgerlo a proprio vantaggio. Buffon con un rilancio pesca Morata e la sua sponda mette Kulusevski in condizione di giocare guardando la difesa scoperta del Crotone: il filtrante per Chiesa scattato in profondità e il cross basso dell’ex viola per il tocco in scivolata di Morata sono degni di un trio che gioca insieme da una vita, anziché per la prima volta.
Il pareggio non mette né apprensione al Crotone, né le ali alla Juventus. La squadra di Stroppa contrae bene i bianconeri e, dopo essersi resa pericolosa a fine primo tempo con un cross di Reca che attraversa tutta l’area, in avvio di ripresa si rende più volte pericolosa, contro un’unica occasione bianconera con un tiro da fuori di Bentancur. Pirlo corre ai ripari all’11′ inserendo Cuadrado per Portanova: il colombiano si piazza a destra e Chiesa si sposta a sinistra. Il problema è che dopo quattro minuti Fourneau lo sposta fuori dal campo, espellendolo per un fallo su Cigarini. Decisione che sembra esagerata: su una palla contesa Chiesa gira il piede destro per andare a contrasto di interno, il rossoblù lo anticipa e il bianconero non trovando la palla gli va sulla gamba. Per quelle che sembrano le intenzioni più da giallo che da rosso, ma tant’è: Juventus in dieci e peraltro subito vicina al gol, con un palo colpito di testa da Morata a Cordaz battuto. Pirlo prova a rimediare all’inferiorità numerica inserendo le forze fresche di Rabiot e Bernardeschi, ex festeggiato prima della partita dai mille presenti allo Scida, al posto di Arthur e Kulusevski. Stroppa invece cerca di sfruttarla aumentando il potenziale offensivo inserendo Siligardi per Vulic. Funziona meglio la mossa del tecnico bianconero (ovviamente anche per la qualità dei singoli) e proprio Cuadrado al 31′ propizia con un tiro cross quello che sembra il vantaggio bianconero. Sembra perché la sfortuna di Morata non si è fermata al palo precedente e il suo gol dopo lunga revisione al Var viene annullato per un fuorigioco di un paio di centimetri. Scampato il secondo pericolo, il Crotone non concede il terzo e ferma di nuovo la Juventus sull’1-1.
CROTONE-JUVE, TABELLINO E STATISTICHE