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Toro, numeri inquietanti e record umilianti

Il Toro ai tempi di Cairo fa acqua (sporca) e record (negativi) da un pezzo, ma se non altro finora aveva avuto il pudore di partire dal Dopoguerra per andare a ritrovare precedenti cui fare riferimento. La maggior parte dei raffronti, dal tracollo nello scorso campionato a ieri, era infatti stata circoscritta alle stagioni balorde delle retrocessioni in Serie B le quali, si sa, a parte la prima volta del ‘59 che per lungo tempo era stata vissuta come un’onta abbinata al Talmone Torino e si credeva – ah, poveri illusi – destinata a rimanere unica, sono tutte arrivate nell’ultimo trentennio. Adesso invece si comincia a fare sul serio, scomodando gli almanacchi addirittura antecedenti l’epopea del Grande Torino.

Erano infatti 80 anni, per dire, che i granata non beccavano 8 gol nelle prime tre partite; senonché allora, nel 1940 appunto, la squadra allenata da Tony vinse, contro la Triestina all’esordio, e alla fine del torneo arrivò comunque al 7° posto: roba che all’epoca pareva ‘na schifezza mentre a tutt’oggi rappresenta il vanto supremo della gestione Cairo, oltre che un miraggio fantasmagorico di rimonta se rapportato alle pene attuali. L’anno dopo ne subirono 7, ma poi arrivarono secondi, gettando già le basi dei 5 scudetti consecutivi con alcuni dei futuri Invincibili in organico (scudetti che – ricordiamo – senza il secondo conflitto mondiale prima, e Superga poi, sarebbero stati chissà quanti). Ma torniamo allo strazio odierno, ché qui altrimenti con certi accostamenti si rischia il peccato di blasfemia. Pronti via e zero punti su un potenziale di 9: non accadeva dal 2002, questo, e quella squadra – passata per le mani di 4 allenatori e 5 conduzioni tecniche – nel 2003 sarebbe ovviamente finita in B, lanciando Cimminelli verso il fallimento del quale Cairo nel 2005 raccolse, gratis, i cocci.

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