TORINO – Insomma, è sicuro. Paulo Dybala vuole giocare, vuole vincere e possibilmente vuole metterci la firma: in Champions League contro la Dynamo, per cominciare, e poi a seguire contro il Barcellona (sa come si fa a dare spettacolo al cospetto dei blaugrana) etc etc. Senza dimenticare il campionato, ovviamente, in cui – sfortuna e Andrea Pirlo permettendo – si riaffaccerà a breve forte dello status di miglior giocatore della scorsa Serie A. Ma in realtà oltre ad una firma virtuale in campo, a suon di gol, il forte attaccante argentino pensa anche ad una concretissima firma da apporre in calce ad un nuovo contratto.
Quello attualmente in essere con la Juventus scadrà a giugno del 2022, ciò significa che i tempi per un prolungamento sono maturi (pure troppo): cosa buona e giusta sarebbe chiudere i discorsi entro l’inizio – al massimo la fine – della sessione invernale di mercato. Oltrepassare quella soglia comporterebbe il forte rischio, per la dirigenza bianconera, di andare incontro a complicanze di un certo rilievo. Il pressing di altri club sul giocatore farebbe il paio con la consapevolezza di non poter tirare troppo la corda in termini di valutazione di un atleta che si può liberare a parametro zero. E al di là delle riflessioni strategico-economiche di sorta, ci sono comunque riflessioni prettamente tecniche: sarà mica così facile trovare un degno sostituto di Dybala? No, appunto.
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