MILANO – Mister pensaci tu. E’ in momenti come quello attuale dell’Inter, dunque di difficoltà – sarebbe sbagliato parlare di crisi -, che c’è bisogno dell’apporto dei migliori, di un guizzo, di idee che aiutino a trovare le soluzioni giuste per rimettersi in carreggiata e svoltare. L’Inter due estati fa, quando ha deciso di esonerare Luciano Spalletti, nonostante due qualificazioni di fila alla Champions e un contratto rinnovato fino al 2022, è perché aveva deciso di fare un ulteriore step verso l’alto. E aveva scelto quello che per tutti, da Suning al presidente Steven Zhang, dall’ad Marotta al ds Ausilio, era il miglior allenatore sulla piazza, ovvero Antonio Conte. E per convincerlo a sposare un progetto ambizioso, ma non semplice, il club nerazzurro gli aveva consegnato un ingaggio da top player mondiale: 12 milioni a stagione. Nessuno nell’Inter prende quanto Conte – Lukaku ed Eriksen arrivano a 7.5 più bonus -, così come nessun tecnico della nostra Serie A ha minimamente uno stipendio che si avvina a quello dell’allenatore pugliese, visto che Fonseca arriva a 2.5 milioni, Gasperini a 2.2, Pirlo, Pioli e Inzaghi intorno ai 2 e Gattuso 1.5. Insomma, nessuno si aspetta che Conte, solo per il bonifico che riceve mensilmente, vinca le gare da solo, ma è chiaro che il pianeta Inter a lui si affidi completamente.
Il guizzo
Domani sera inizierà una Champions che l’Inter, dopo due eliminazioni consecutive ai gironi, non può permettersi di fallire nuovamente. Il Borussia Monchengladbach, insieme allo Shakhtar, sono i due avversari da battere, anche se il Real Madrid di quest’anno (per ora) non fa paura. Ovviamente Conte non cambierà sistema, non passerà alla difesa a quattro che in molti invocano, ma il ritorno al 3-5-2, come accaduto nella fase finale dell’Europa League, potrebbe essere una soluzione. Un guizzo, quello che l’Inter chiede al suo comandante.
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