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Tra Juve e Inter una lunga sfida che non terminerà stasera

Il testa a testa ci sarà anche in Europa quando ripartirà il progetto Suning. Intanto il guardiolismo vince ancora: Pep dimostra col City che prevale chi ha più idee

Non è mai una partita banale quando di fronte ci sono Juve e Inter. Poco meno di un anno fa Sarri, prima del lockdown, conquistò la testa del campionato che non avrebbe più lasciato, fino a scudetto estivo raggiunto. Stasera Pirlo può portare la Juve nell’anticamera di un altro trofeo, la Coppa Italia, dopo aver vinto la Supercoppa. Mica male per un neofita della panchina.

Il vantaggio costruito all’andata è cospicuo, soprattutto ha messo il ritorno nella posizione ideale per la Juve. Sarà l’Inter a dover sopportare il peso della partita, lasciando Kulusevski, Chiesa e Ronaldo nelle condizioni ideali di spazio. Lo svedese e l’ex viola li avrebbe voluti anche Conte, ma l’Inter sono due sessioni di mercato che è costretta a fare poco o niente. In definitiva se il gap non s’è allargato è per la crescita enorme di Barella e Bastoni, per l’adattamento rapido di Hakimi, per le capacità migliorate di Lukaku e Lautaro.
Inoltre Conte nell’arco temporale di un torneo lungo è tra i tecnici più bravi: la maniacale cura nel lavoro paga di più in trentotto partite che in due, dove gli episodi sono subito definitivi. Erano anni che tra Juve e Inter non si respirava quest’aria da primato italiano. Quando riprenderà il progetto nerazzurro la sfida avrà la dimensione europea che merita.


Fonte: http://www.gazzetta.it/rss/serie-a.xml


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