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Torti arbitrali, il Toro fa i conti: 12 punti volati via

Allora: siccome non beviamo certo qualunque cosa possa arrivare dal Cairo, hinterland compreso (la corte presidenziale, pur con i debiti distinguo tra i vari professionisti), decidiamo di partire: 1) dal nostro libero giudizio di giornale non di proprietà appunto cairota; 2) da un sito specializzato in materie calcistiche, uno dei più cliccati in Italia, chiaramente super partes; 3) solo alla fine atterreremo al Cairo e sul “dossier presidenziale”. E adesso cominciamo.

LE COLPE DI CAIRO – Torti arbitrali, premessa doverosa: e dobbiamo ripeterci anche oggi, a scanso di equivoci. Il Torino (inteso come società, a dir poco scheletrica e “leggera”) non conta un fico secco a palazzo. Toh, abbondiamo perché oggi siamo buoni: due fichi, dai. E poi mille e un comportamento presidenziale, giusti o sbagliati che siano (dalla politica sportiva al calciomercato alla gestione della comunicazione sui media di proprietà), hanno persino incattivito più di un personaggio altolocato (ma pure in cantina), inasprito più di un rapporto (ma anche più di un referto?) e reso il club granata addirittura… antipatico. E dire che, in partenza, sulla carta, il Toro tutto potrebbe e dovrebbe ispirare, tranne l’antipatia: per la storia leggendaria e tragica dei granata (da Superga a Meroni a Ferrini), per i suoi valori ultradecennali in stile Davide contro Golia (nello scorso secolo, è chiaro) e perché solitamente stanno sulle croste quelli che vincono, non coloro che perdono. Eppure il Torino Fc cairota è antipatico a tanti, ormai, nel mondo della Serie A e dei “governatori” del pallone. E vogliamo contare pure i gufi, ora che di mezzo c’è anche la retrocessione? Intanto possiamo soppesare le opinioni contro: chissà come mai, giusto lunedì scorso, addirittura 18 club su 20, consultati dal presidente di Lega, Dal Pino, hanno espresso un parere contrario al rinvio di Lazio-Torino, nonostante i granata (in quarantena) non potessero abbandonare le abitazioni per disposizione “costrittiva” della Asl (se fossimo nel penale, invece che nel pieno della terribile variante inglese, diremmo agli “arresti domiciliari”).

MA NON LO CAPISCE… – Ma Cairo non lo capisce, tutto questo. Non vuole ammetterlo, non intende prenderne atto, non si decide (da 16 anni!) a creare una vera, solida, radicata, forte società (che lo aiuterebbe anche a sbagliare di meno sul mercato e permetterebbe agli allenatori di risultare più forti, credibili e spalleggiati davanti ai giocatori: stiamo parlando di milioni di euro e di punti, ecco quali sarebbero i benefici sul tavolo). Cairo resta al Cairo, cioè davanti allo specchio delle sue presunzioni, e il Toro da anni è anche la squadra più tartassata (o quasi) della Serie A, quanto a torti arbitrali. Soltanto una coincidenza sfortunata, oltretutto così ricorrente? Infine, l’indecenza arbitrale e varista di Crotone, l’altro ieri: giusto dopo l’apertura della battaglia granata in Lega.

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Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a

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