ROMA – “Sicuramente è stata la salvezza più complicata per tante dinamiche e chi conosce questo ambiente lo sa benissimo. Ma alla fine abbiamo fatto quello che avevo detto ai ragazzi, cioè arrivare a due partite, o forse all’ultima, per poterci salvare. Dispiace perchè avremmo potuto farlo anche prima, ma tra Covid e altre situazioni per le ultime gare giocate in tre giorni siamo andati un po’ in difficoltà. Comunque siamo arrivati qua a Roma e abbiamo visto il Papa, ed è la cosa più importante, con la Lazio che ha giocato alla morte. E di questo sono estremamente contento perchè è la dimostrazione che la nostra salvezza è ancora più meritata“. È stravolto e felice, ai microfoni di Sky, Davide Nicola dopo lo 0-0 thrilling del suo Torino in casa della Lazio dove è arrivato il fatidico punto per festeggiare la matematica salvezza a scapito del Benevento, retrocesso in B.
“Non c’è salvezza senza sofferenza”
“Questa è una piazza con ardore e passione, la conosco perchè ci ho giocato e serve equilibrio per rappresentare questa magliae questi colori non è semplice per nessuno. Poi le dinamiche del percorso… ne abbiamo passate, ma è giusto così perchè non c’è salvezza senza un po’ di sofferenza. Ma siamo molto contenti ed è quello che ci interessa. Abbiamo cercato di concentrarci dal punto di vista tecnico-tattico dopo due sconfitte, i ragazzi sono stati bravi a concentrarsi e ci siamo dati compiti semplici contro una squadra come la Lazio. Ma è anche vero che potevamo andare in vantaggio noi su quel palo di Sanabria e la gara poteva essere diversa” ha spiegato ancora Nicola, che si è poi soffermato sulla mancata vena (realizzativa) di Belotti: “Intanto credo che Andrea oggi abbia dimostrato che le qualità di un giocatore sono anche caratteriali, si è sacrificato anche se non al top e avremo tempo per rimetterlo in forma ed è un giocatore straordinario. Ma lui, come Nkoulou, Bremer e altri arrivavano da un periodo di mancata preparazione dopo il Covid e così sicuramente non è facile”.
LAZIO-TORINO 0-0: LA CRONACA
“È una rosa costruita per il 3-5-2. Futuro? Ci penseremo”
“Sicuramente il lavoro di quest’anno è stato fatto da un punto di vista tecnico-tattico dopo una valutazione della rosa, cercando di coniugare alcuni miei principi di calcio, giocare veloci e in verticale, dopo un’idea di calcio diversa. Non c’era la condizione per fare un certo tipo di gioco, è stata costruita per giocare con il 3-5-2 e anche alcuni giocatori all’interno della rosa hanno portato a cambiare il modo di stare in campo. Abbiamo provato a gestire le emozioni soprattutto nell’ultimo periodo, ma prima del Covid stavamo facendo un bel calcio, poi anche dopo abbiamo fatto buone gare con Juve, Roma, Bologna e Sassuolo, potevamo stare intorno al nono e decimo posto. Come ricostruire il Torino? Per rispetto di tifosi e società bisogna pensare all’ultima di campionato, poi quando sarò chiamato in causa dirò ciò che penso e ciò che eventualmente farei, ma per quello eventualmente c’è tempo” ha concluso il tecnico granata.