TORINO – La strettoia della gloria, ma anche la serratura che protegge il portafoglio di Cairo.
Sopralluogo di Juric al Fila. E U.C. paga subito (metaforicamente, è chiaro) le omissioni di anni. Il tutto, poi, mescolato con problemi e fastidi regalati dal promettente presidente come un boomerang che torna in faccia ai vicini di banco: gli allenatori di riferimento. La strettoia della gloria è il Filadelfia. Immenso, per ciò che ha rappresentato e significa. Ma inevitabilmente piccolo, compresso, limitato, per una rosa di Serie A dei giorni nostri. Si sapeva, si sa, si saprà. Detto questo, Gabetto e Ossola spalavano la neve al Fila, prima degli allenamenti: e stiamo parlando del Grande Torino. Ferrini si allenava sulla segatura. E Pulici nel fango. Gli spogliatoi erano poco riscaldati. E l’acqua delle docce dipendeva dagli umori della caldaia. Ma vincevano scudetti e Coppe Italia, nella melma e al gelo. Oggi è un’altra epoca, certo. E i giocatori (di tutte le squadre, sia chiaro) sono pretenziosi, privilegiati, stramilionari e pure viziati. Poi gli allenatori si sa come ragionano. E così il Fila è piccolo anche per Juric come per qualsiasi altro allenatore. Inevitabile. Lo spazio quello è, in mezzo ai palazzi. E il campo secondario è più piccolo, seppur a norma. Ivan dovrà farsene per forza una ragione. E i suoi giocatori pensassero a correre, a mostrare orgoglio e fame. E a non perdere una volta all’anno per 7 a 0.
Juric pretende di svolgere allenamenti ultra-segreti
Il primo problema toccato con mano? Non il manto erboso, in fase di “ristrutturazione” con trattori all’opera, dopo i lavori radicali (seppur tardivi: costavano) di un annetto fa, quando si aprivano crepacci. Il guaio vero sono le “vele” anti-spie: tutte rotte. Juric pretende di svolgere allenamenti ultra-segreti per curare al meglio tattiche evidentemente super e per urlare quanto vuole (e di tutto) ai giocatori.
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