Di ritorno, con il rischio di dover rifare la valigia. Dopo il mancato riscatto da parte dell’Atalanta, che avrebbe dovuto investire 15 milioni di euro, Mattia Caldara è rientrato al Milan e ora attende di capire quello che sarà il suo futuro. Sul tavolo ci sono due ipotesi, la permanenza o la cessione, nessuna delle quali al momento ha più chance di realizzarsi. Un 50 e 50 figlio della situazione nella quale è finito il mondo del calcio, pesantemente condizionato dal Covid. Cedere al giorno d’oggi è diventata un’impresa, soprattutto se si tratta di un profilo come quello del ragazzo di Bergamo, che ha chiuso l’ultima annata con soli 132′ giocati.
OSTACOLI – Troppo poco per venderlo a titolo definitivo, evitando al Milan una minusvalenza. Arrivato nel 2018 dalla Juve per 35 milioni di euro, Caldara pesa a bilancio ancora per circa 14 milioni di euro, una cifra che nessuno è pronto a mettere sul tavolo. A questo bisogna aggiungere l’ingaggio, di tre milioni di euro netti a stagione fino al 2023, un ostacolo enorme per qualsiasi trattativa. Maldini lo sa, ma il mercato è lungo e c’è tempo per trovare una soluzione. Con un po’ di fantasia, come dichiarato da Marotta.
PUO’ RESTARE – A Caldara si sono interessati Genoa, Verona e Cagliari, tutti con la formula del prestito e con la richiesta al Milan di partecipare al pagamento dello stipendio. Una possibilità che la squadra mercato rossonera non intende, per ora, prendere in considerazione. Se non si dovessero aprire varchi, il 27enne difensore resterà in rossonero ed entrerà nelle rotazioni. Con l’obiettivo di scalare posizioni nelle gerarchie di Pioli, al momento definite.