I tempi cambiano. Un anno fa, Sofyan Amrabat era uno dei centrocampisti migliori, se non per certi aspetti il migliore, del nostro campionato; acquistato a peso d’oro dalla Fiorentina, in quello che è stato per un paio di sessioni l’affare più costoso della storia viola, ha alimentato le speranze dei tifosi durante tutto l’arco dei sei mesi in cui è rimasto a Verona in prestito. 365 giorni dopo, l’esaltazione ha lasciato spazio alla sostanziale indifferenza, per un giocatore che, all’ombra del Cupolone, non ha mostrato praticamente nulla della sua versione gialloblu. Una manciata di partite su 38 giocate all’altezza non possono essere abbastanza.
EQUIVOCI TATTICI – Come mai a Firenze abbiamo visto il cugino impacciato del trattore ammirato in Veneto? Probabilmente ci sono molte ragioni che concorrono, ma una di queste è senz’altro il diverso ambiente tattico nel quale il marocchino è stato inserito fin da subito. Dal 3-4-2-1, in posizione di interno con un “cervello” come Veloso accanto, al 3-5-2 in cui il cervello doveva farlo lui stesso. Una trasformazione difficile da assorbire, ma accolta con entusiasmo: “Io posso giocare sia regista che mezzala. Deciderà il Mister. In questo momento mi sto allenando di più come regista davanti alla difesa e credo che sarà il ruolo che coprirò visto il nostro modulo”. L’esperimento da regista ha avuto vita breve, e da mezzala nella seconda parte di stagione la situazione non è migliorata granché: prestazioni normali, quasi mai pessime, ma che non hanno restituito la portata dell’investimento voluto in prima persona dal presidente Rocco Commisso. Con l’avvento di Gattuso in panchina sembrava poter tornare quel centrocampo a 2 che tanto lo aveva esaltato, ma le cose, per usare un eufemismo, non sono andate come previsto. Italiano ha cambiato praticamente tutto: modo di attaccare, di difendere, di stare in campo, ma non la disposizione della mediana a 3 uomini: un regista e due mezzali. Gli stessi ruoli che lo hanno visto annaspare nella prima annata viola.
EQUIVOCI COMUNICATIVI – A complicare ulteriormente l’approccio con Mister Italiano ci ha pensato un principio di pubalgia che Amrabat, d’accordo con la società, ha deciso di risolvere con un’operazione, sacrificando il ritiro di Moena. Può essere un handicap, ma di certo è meglio che rischiare più di prolungare lo stop. Particolare piuttosto strano: la notizia è venuta fuori il giorno dopo che la Fiorentina ha fatto sapere di avergli concesso tre giorni ulteriori di ferie. Chiaramente il giocatore è ai box da ben più di tre giorni… E non è uno stop così sereno, soprattutto dal punto di vista delle voci di mercato.
HERO TO ZERO – Da eroe a nullità, ribaltando un detto anglofono? Non esageriamo: Amrabat rimane un centrocampista possente e appetibile per una squadra che voglia inserirlo nel giusto contesto tattico. Il Galatasaray, che ha tra i suoi miti recenti Selcuk Inan, sa bene quale possa essere l’importanza del mediano tutto dinamismo, dunque si è fatto avanti tramite l’entourage del giocatore con la Fiorentina: mancano le liquidità necessarie. Nel frattempo, i viola hanno speso 27 milioni bonus compresi per Nico Gonzalez, stracciando il record dei 20 investiti su Amrabat. Tutto questo ha acceso i riflettori sul numero 34 gigliato, protagonista suo malgrado di un inizio di stagione complicato.
VECCHIE FIAMME – Quando, a gennaio 2020, la Fiorentina si è assicurata Amrabat per il giugno successivo, lo ha fatto bruciando l’importante concorrenza del Napoli. Che nel frattempo ha consegnato la panchina a Spalletti, da sempre incline al 4-2-3-1 e, raccontano fonti vicine al ritiro di Dimaro, interessato all’ex Verona. Ma c’è di più: se ritorno alla mediana a 2 deve essere, allora perché non farlo nella mediana a 2 dello stesso allenatore che l’ha lanciata? Ivan Juric ha lasciato il Verona ed è approdato al Torino, e naturalmente, notando come Amrabat non si sia espresso sui suoi livelli a Firenze, ha cercato di capire se ci siano margini per riabbracciarlo. Pochi. Perché per adesso si ragiona solo di formule deboli come il prestito con diritto di riscatto, visto che gran parte dei soldi che arriverebbero dalla cessione di Meité al Benfica dovrebbe essere girata al Crotone per Messias. E d’accordo che adesso l’acquisto più caro della storia della Fiorentina è un altro, ma si tratta pur sempre di non svalutare un esborso importantissimo, completato solo una dozzina di mesi fa. Il mercato è ancora lungo, la stagione è già partita. Ce la farà Amrabat a recuperare?
in Serie A
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