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Toro, il trend da invertire dopo la Juve

TORINO – Altro che vedi Napoli e poi muori: vedi la Juve e rimani stecchito. Poi, per carità, può anche capitare di andare a giocare proprio a Napoli, subito dopo il solito derby perso. E di non sentirsi esattamente bene, a partita finita. Accadde per esempio il 18 dicembre del 2016: 5 a 3 per Sarri, all’epoca ancora lì. Per Mihajlovic terminò dopo appena 22 minuti, 3 gol di Mertens (poi sarebbe arrivato anche il 4°). Toro seppellito a Napoli: certo, è vero, ma l’omicidio dell’autostima era stato commesso una settimana prima, 3 a 1 per la Juve. Toro in vantaggio, poi rimontato di brutto. E subito dopo a Napoli: lo squagliamento. Chissà se c’è nella Smorfia. Per dire: la scorsa stagione. Tutto incredibilmente emblematico.

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Torino in tilt dopo il derby contro la Juve

Dicembre: derby, 1 a 0 per il Toro, Nkoulou, quindi il pari di McKennie quando il traguardo pareva vicino e all’89’ pure Bonucci, tanto per divorarsi come al solito il fegato. Settimana dopo: vittoria dell’Udinese in casa del Toro, con ben 3 pappine. Quindi un’altra botta a Roma, contro i giallorossi, pur con la tara dell’espulsione ingiusta di Singo a inizio partita: comunque altre 3 reti incassate, 2 subito in meno di mezz’ora. Un mesto pareggio casalingo col Bologna, poi un punto preso con merito, ma anche col morale a terra (pari di Insigne al 92’), manco a dirlo a Napoli. Solo al 5° tentativo Giampaolo tornò a vincere: col Parma, che avrebbe chiuso il campionato all’ultimo posto. Gli occhi di Davide Nicola stavano già prendendo la mira, a quel tempo.

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