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Torino e Kone, la fiducia è di rigore

TORINO – Quando Ivan Juric lo ha chiamato in causa, pochi istanti dopo l’infortunio di Rolando Mandragora, Ben Lhassine Kone era quasi incredulo. Daniele Baselli è rimasto seduto, lui no. Via la tuta, subito in campo, senza nemmeno un minuto di riscaldamento. Senza neppure rendersi conto che stava vivendo la sua prima volta in Serie A: un sogno costruito passo dopo passo, sin da quando da bambino è arrivato in Italia dalla Costa d’Avorio. L’impatto del classe 2000 è stato subito molto positivo: due ottimi ripiegamenti difensivi confezionati con cura, con la voglia e la qualità di chi ha in corpo adrenalina a non finire. Poi, però, la foga ha rischiato di giocargli un bruttissimo scherzo: il fallo da rigore su Di Lorenzo è stata una vera e propria ingenuità, un regalo consegnato al Napoli con troppo anticipo rispetto al Natale.

Kone, una domenica speciale

E’ stato fortunato: ci ha pensato Vanja Milinkovic-Savic, sul penalty tirato da Insigne, a fargli passare la paura. E da quel momento Kone si è rimesso in gioco alla grandissima: ci ha messo corsa e intensità, anche quando si è ritrovato a dover badare ad un cliente fastidiosissimo come Dries Mertens. Si è dovuto arrendere quasi a tempo scaduto per una contusione che non gli ha consentito di allenarsi ieri, giornata in cui ha effettuato soltanto terapie. Ma comunque la domenica di Ben Lhassine ha avuto un significato speciale ed inaspettato.

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