IL NIET DI GASPERINI – Appena due presenze da titolare e un totale di 182 minuti in campionato e la miseria di 33 minuti spalmati nei due soli subentri in Champions League: nemmeno il turbolento addio del Papu Gomez dello scorso gennaio e le lune alterne di Josip Ilicic hanno consentito all’ex Lokomotiv Mosca di affermarsi in nerazzurro e di convincere il suo allenatore a puntare su di lui. Gasperini si sarebbe aspettato un altro tipo di calciatore – non è un caso che la passata estate ha insistito per avere Boga dal Sassuolo e che nelle ultime ore si sia scaldata la pista che conduce a Madueke del PSV Eindohven – e per Miranchuk le porte si sono chiuse ulteriormente con l’inizio della stagione in corso. Come trapela dalle dichiarazioni rilasciate ieri dal ds Sartori, l’Atalanta ha resistito alla tentazione di cedere il calciatore nella precedente finestra di mercato (piaceva pure al Milan) per non disperdere l’investimento da oltre 14 milioni di euro sostenuto nell’estate 2020.
FATTORE SHEVA – Nemmeno lo status di Miranchuk – stabilmente nel giro della sua nazionale e con un curriculum nel quale figurano una trentina di presenze tra Europa e Champions League – è risultato sufficiente a smuovere le convinzioni di un tecnico estremamente rigido come Gasperini e la missione italiana dell’agente del giocatore nelle prossime settimane sarà decisiva per trovare una soluzione al caso. Il Genoa, impantanato nei bassifondi della classifica, ha scelto Andriy Shevchenko per ripartire e ha garantito attraverso la nuova proprietà la volontà di mettere a disposizione nuovi investimenti e rinforzi per uscire dalla zona rossa. Miranchuk potrebbe essere il primo segnale.