«Entrambe le cose! Sono sorpreso e orgoglioso di essere arrivato tra i 20 finalisti di un premio internazionale così prestigioso».
Lei è nato nel 2002, quindi il prossimo anno può ancora tentare di vincere il Golden Boy e diventare l’erede di Pedri: sarà uno dei sogni e dei propositi di Capodanno?
«Il mio sogno è quello di continuare a vincere e segnare più gol possibili per poter aiutare la mia squadra. A quel punto grandi riconoscimenti come i vostri si presenteranno inevitabilmente. Almeno spero…».
Nell’edizione 2020, vinta da Haaland, Ansu Fati si è laureato Golden Boy – Best European Web Player come lei. Pensa che l’attaccante del Barcellona sarà il suo concorrente numero uno nel 2022 o teme maggiormente Bellingham (Borussia Dortmund) e Musiala (Bayern)?
«Difficile fare previsioni, il calcio viaggia troppo veloce. Magari nei prossimi mesi esploderanno altri talenti Under 21. Detto questo, io spero di essere protagonista di nuovo».
Ci sono altri sportivi nella sua famiglia?
«Mio padre ha giocato molto a calcio quando era giovane. Dice spesso che era più veloce di me. Ma questo non è assolutamente vero!».
Da bambino chi era il suo idolo?
«Sono nato e cresciuto a Monaco di Baviera: adoravo Arjen Robben del Bayern. Guardavo sempre le sue partite cercando di imparare qualcosa dalle sue giocate».
Seguiva anche il campionato italiano?
«Da buon tedesco sono sempre stato un grande fan della Bundesliga. La Serie A non l’ho mai guardata molto, in compenso ho visto diverse partite della Nazionale italiana, un avversario sempre duro per la Germania».
Il suo giocatore italiano preferito?
«Andrea Pirlo. Del “Maestro” mi colpivano la calma e la serenità che dimostrava con la palla tra i piedi, ma anche la comprensione del gioco e l’abilità nei calci di punizione e nei rigori».
Quando ha capito che sarebbe diventato un calciatore?
«Fin da piccolo andavo pazzo per il calcio, con gli amici giocavo fino a quando faceva buio. Poi, pian piano, ho cominciato a ricevere delle richieste dai settori giovanili di club professionistici. L’esperienza all’Unterhaching è stata molto importante, ma per la prima volta ho giocato ad un livello davvero alto con il Red Bull Salisburgo».
La pubblicità dice che la Red Bull mette le ali: spera di seguire il percorso di Haaland, esploso a Salisburgo prima di a fermarsi al Borussia Dortmund e vincere il Golden Boy 2020? I corteggiatori non sembrano mancare: Bayern, Borussia Dortmund, Liverpool, Real, Psg, Barcellona…
«È vero, negli ultimi anni parecchi giovani sono maturati a Salisburgo per poi approdare nei migliori club internazionali. Penso a Erling Haaland, ma anche a Sadio Mané e Naby Keita del Liverpool. O Dominik Szoboszlai, trasferitosi al Lipsia. Ovviamente, anche io ho questo obiettivo: vorrei che la prossima tappa della mia carriera fosse in un top club».
Cosa ha trovato di speciale a Salisburgo?
«È un club fantastico per i giovani come me: ti lanciano subito e ti danno la possibilità di arrivare a un livello alto in fretta. Competere per il titolo del campionato austriaco è molto d’aiuto per la crescita di un giovane, ti trasmette esperienza. Altrettanto importante è la possibilità di essere protagonisti nelle Coppe internazionali. Quest’anno siamo nel[1]la fase a gironi della Champions League per la terza stagione di fila, un fatto tutt’altro che scontato per un club di un piccolo campionato come quello austriaco. In Champions affrontiamo le migliori squadre e i giocatori top al mondo: queste esperienze non hanno prezzo».
Ha già segnato 15 gol, di cui 3 in Champions League: a quale di questi è più affezionato?
«I due gol su rigore nella partita di Champions League contro il Lille sono stati speciali. Nella partita precedente avevamo sbagliato due rigori, di conseguenza c’era tantissima pressione. Era estremamente importante che segnassi e che vincessimo».
Oltre a essere tedesco, lei ha giocato nel vivaio dei campioni di Germania in passato: l’RB Salisburgo è il Bayern d’Austria?
«Senz’altro è il club austriaco migliore e di maggior successo negli ultimi anni. Esattamente come il Bayern in Germania. Il Salisburgo, però, punta molto sui giovani. Difficile paragonarli».
Quali consigli le ripete maggiormente il suo allenatore Jaissle?
«Più che un’indicazione specifica, devo dire che mi parla molto in generale. E questo mi piace: ricevo molti input da lui».
L’avversario più difficile che ha affrontato in Champions League?
«Più che un singolo giocatore, dico la difesa del Bayern dell’anno scorso e quella del Siviglia di questa stagione»
Il Salisburgo può diventare la sorpresa della Champions League come l’Ajax nel 2018-19?
«Lo spero davvero! Stiamo facendo molto bene e abbiamo la possibilità di qualificarci per la prima volta agli ottavi. Dobbiamo vincere l’ultima partita del girone, contro il Siviglia».
Lo scorso settembre ha debuttato nella Germania: punta a giocare la Coppa del Mondo in Qatar da protagonista?
«Sì, è un mio grande sogno. Il Mondiale è una delle più grandi esperienze per un calciatore. Darò tutto per questo obiettivo, lavorerò sodo».
La sua più grande passione oltre al calcio?
«Amo trascorrere il tempo libero con la mia famiglia e gli amici. Proprio per questo, quando posso, mi metto in auto e rientro a casa, a Monaco. Così stacco anche un po’ dal calcio».
È iniziato il conto alla rovescia per il 13 dicembre, quando anche lei verrà premiato durante la serata del Golden Boy alla Nuvola Lavazza di Torino: ha già deciso come vestirsi per la cerimonia?
«A causa della pandemia, non so ancora se potrò raggiungere l’Italia. Però…».
Però…
«Se riuscirò a prendere parte alla serata di Torino, punterò sicuramente su un vestito cool di Alpha Tauri».