TORINO – Gioca bene, ma segna poco: questa è un po’ la sintesi di quanto offerto fino a questo momento da Tonny Sanabria. La bilancia pesa sempre dalla parte positiva, anzi dell’attaccante si apprezzano movimenti più ampi di quelli ai quali aveva abituato nei primi sei mesi al Toro. Sotto il profilo della partecipazione alla manovra, come della difesa e distribuzione del pallone il paraguaiano convince, mentre qualcosa in più è chiamato a dare sul piano della realizzazione. Non a caso uno dei limiti fin qui emersi tra i granata è la forbice, troppo ampia, tra gioco proposto, occasioni create e gol messi a segno. Pochi quelli realizzati fin qui da Sanabria: 2 in 14 presenze. Una media bassa, decisamente non in linea con quanto messo sul piatto nel primo semestre in maglia granata. Con Nicola, che lo aveva voluto a gennaio assieme al rinforzo per il centrocampo Mandragora, il sudamericano ha ugualmente disputato 14 partite in totale, ma mettendo a segno 5 reti (gol a Crotone e Inter, doppietta alla Juve e altra marcatura contro la Roma). In questo campionato si è inceve sbloccato contro la Salernitana, si è ripetuto con il Genoa ma lì si è però anche fermato.
Toro, tocca a Sanabria
Ora è il momento di imprimere una svolta alla stagione, visto quanto c’è in palio sia in tema di squadra che di futuro personale. Saranno quelle contro Cagliari, Bologna, Verona e Inter le gare dopo le quali si capirà dove posizionare l’asticella delle ambizioni granata. Se attorno a una salvezza tranquilla, o se nella parte sinistra della classifica con possibilità di sognare. E in queste quattro, fondamentali prove il peso dell’attacco cadrà su Sanabria, vista l’indisponibilità del Gallo: una responsabilità, per l’ex Betis, il quale però sa pure che non dovrà temere concorrenza, da qui all’Inter. A meno che non stecchi di brutto contro Cagliari e Bologna, inducendo Juric a scommettere dall’inizio su Zaza, sarà Sanabria il centravanti del Toro, a dicembre.
Tutti gli approfondimenti sull’edizione di Tuttosport