Due squadre in un grande momento di forma, che al Bernabeu si giocheranno il primo posto nel girone
L’Inter si presenta al Santiago Bernabeu con una tranquillità che in Champions League non conosceva da 10 anni. La squadra di Simone Inzaghi si è già qualificata agli ottavi grazie alla vittoria contro lo Shakhtar Donetsk e va in Spagna per giocarsi il primo posto, che le permetterebbe di ambire a un sorteggio più favorevole. A due punti di distanza dal Real Madrid si trova nella condizione di dover cercare la vittoria senza avere troppo timore per la sconfitta.
Difficilmente però questa combinazione cambierà la strategia delle due squadre: Inter e Real Madrid, dopo qualche difficoltà iniziale dovuta principalmente al cambio di allenatore, stanno vivendo un ottimo momento di forma e di risultati. Il Real Madrid ha vinto 10 delle ultime 11 partite disputate, l’Inter 9 delle ultime 10. In campionato hanno anche numeri simili: in 16 partite hanno segnato 39 gol in nerazzurri, 37 il Real Madrid; entrambe ne hanno subiti 15. In campo vedremo quindi due squadre in gran fiducia, capaci di offrire una proposta di gioco vincente e tatticamente molto precisa che darà vita, si spera, a una grande partita.
L’evoluzione del Real Madrid di Ancelotti
Dopo qualche esperimento, Ancelotti sembra essersi orientato su un 4-3-3 che al Real sa di coperta di Linus. Gli interpreti addirittura, dove possibile, sono gli stessi del Real cannibale di Zidane. In difesa Alaba ha preso il comando del centro insieme a Militao, che con l’allenatore italiano sembra rinato e sta vivendo una stagione di altissimo livello. Sui lati Carvajal (o Vazquez) e Mendy si alzano molto in fase di possesso. Quando il Real ha il pallone, tra i centrali si abbassa a turno una delle due mezzali, dove Kroos e Modric hanno sopravanzato Valverde e Camavinga, mentre il play Casemiro si piazza tra le linee per offrire sempre una linea di passaggio interna ai compagni. Le dinamiche del possesso del Real Madrid non sono particolarmente elaborate anche quando arriva nella trequarti avversaria: a destra Asensio entra dentro il campo per cucire il gioco e lasciare spazio al terzino, mentre a sinistra Vinicius Junior rimane sempre molto largo per garantire l’ampiezza e essere una minaccia con la sua velocità e la capacità di saltare l’uomo. Al centro è il regno di Benzema – più propenso a navigare sul centro sinistra per associarsi con Vinicius Jr.
Il francese però sarà assente a causa di un problema muscolare che lo ha costretto a uscire nell’ultima partita contro la Real Sociedad. Al suo posto Ancelotti ha dato fiducia a Jovic, che ha servito l’assist per il primo gol e segnato il secondo. Il serbo non segnava in Liga da quasi due anni ed era un corpo estraneo nella squadra, ma con questa prestazione potrebbe essersi guadagnato una maglia da titolare. Di certo l’assenza di Benzema per l’Inter è un vantaggio (17 gol e 7 assist in 19 partite fin qui): Jovic è un attaccante molto meno intelligente nelle letture e meno raffinato nel associarsi con i compagni. La sua interpretazione del ruolo è più diretta: preferisce attaccare la profondità e duellare con i centrali avversari in area di rigore grazie al suo fisico. L’Inter dovrebbe ricordarsi di lui per un ottavo di Europa League quando stava all’Eintracht Francoforte in cui segnò il gol decisivo.
È difficile prevedere quanto l’assenza del francese fiaccherà l’attacco del Real Madrid, che in questa stagione è stato incontenibile fin qui. Al momento la squadra di Ancelotti è la migliore della Liga per tiri in porta, xG creati, azioni offensive e gol segnati, ben 10 in più della seconda. Ovviamente il giocatore più importante è Benzema, ma per fare questo salto di qualità è servita l’esplosione di Vinicius Junior. Dopo aver mostrato lampi di talento assoluto, ma poca costanza sotto porta, il brasilano sta diventando un fattore: a questo punto della stagione ha già raddoppiato il numero di gol segnati nella scorsa (da 6 a 12, con quasi 2.5 xg in meno) e fatto un assist in più. Ma non è solo il gol: il brasiliano è incontenibile quando parte palla al piede e, da solo, aiuta tantissimo il Real sia nel risalire il campo rapidamente, sia nel disordinare le difese chiuse con i suoi dribbling. Insomma, per l’Inter contenere la fase offensiva del Real Madrid, pur orfana di Benzema, non sarà facile.
Come può fare la partita l’Inter
All’andata l’Inter aveva preso il controllo della partita, cedendo solo negli ultimi minuti, quando la qualità del Real Madrid era uscita fuori permettendo a Rodrygo di segnare il gol vittoria. Nel primo tempo la squadra di Inzaghi aveva saltato abbastanza agevolmente il pressing del Real grazie a una buona organizzazione collettiva, lasciando intravedere quei miglioramenti nella gestione del possesso e delle rotazioni che oggi sono molto più evidenti. La capacità di giocatori come Brozovic e Bastoni di muoversi lungo il campo per agevolare la risalita è sorprendente, come ben evidenziato dalla prestazione del play contro la Roma.
Il Real Madrid non è una squadra che effettua un pressing particolarmente intenso una volta perso il possesso. Inoltre l’assenza di Benzema potrebbe spingere Ancelotti a tenere un baricentro più basso del solito, per sfruttare le qualità di Jovic e Vinicius Jr in campo aperto. Certo, non pressare l’Inter è un rischio che potrebbe pagare caro, come successo alla Roma. La squadra di Inzaghi ha mostrato nelle ultime partite di essere in grado di attaccare con molti uomini, sia affidandosi al talento dei singoli che a combinazioni studiate tra i giocatori. Nei momenti in cui i nerazzurri si riverseranno nella metà campo avversaria dovranno comunque stare attenti a non scoprire il fianco sinistro alle ripartenze del Real. Dumfries (Darmian è ancora infortunato) e Barella dovranno essere bravi a bilanciare i loro movimenti, per non costringere i centrali a difendere arretrando contro Vinicius.
Ma il Real ha la qualità e la tranquillità per contendere il pallone all’Inter. Sicuramente ci saranno fasi della partita in cui i nerazzurri dovranno difendersi nella propria trequarti, senza però essere troppo passivi. Quando attacca in massa, infatti, il Real non ha paura di lasciare i suoi centrali in uno contro uno con gli avversari, tenendo i terzini all’altezza degli attaccanti e fidandosi delle qualità di Casemiro e Militao in transizione difensiva con tanto campo alle spalle. Riuscire a recuperare il pallone e arrivare rapidamente a Dzeko e Lautaro in posizione pericolosa già dai primi minuti vorrebbe dire minare le certezze del Real, che in questo momento sembrano granitiche e costringerli ad avere paura.
Comunque andrà, l’Inter deve affrontare questa sfida con la voglia di imporre la propria identità anche in uno dei campi più difficili al mondo. Dopo aver costruito una mentalità vincente nei due anni con Conte, Inzaghi sta arricchendo di soluzioni e sfumature il gioco della squadra. Una prestazione convincente, oltre il risultato, sarebbe l’ennesima certificazione del valore di questa rosa.
Fonte: http://sport.sky.it/rss/sport_calcio_champions-league.xml