Il francese cambierà squadra subito, l’azzurro a giugno. Le priorità a gennaio: salutare Ramsey e Arthur
16 dicembre
– TORINO
“Cambia prima di essere costretto a farlo”, diceva Andrea Agnelli citando Jack Welch, mitico dirigente d’azienda americano. Lo diceva e lo metteva in pratica: per quasi un decennio, la Juve si è rinnovata in corsa, un pezzo alla volta, restando vincente e creando un modello di livello europeo. I tempi sono cambiati e il 2021 ha chiarito che la Juve molto ha cambiato – un nuovo amministratore delegato, un nuovo responsabile dell’area sportiva e un nuovo allenatore – e molto cambierà. Il problema è capire come, in un contesto complesso, con un budget controllato, un mercato lontano dagli antichi fuochi d’artificio e un rebus interno alla squadra, sorpresa a metà di un cambio generazionale non riuscito. Sui tempi, almeno, si può essere sicuri: la Juve modificherà qualcosa a gennaio – non troppo, anche perché non dipende da lei – e parecchio in estate.