Le voci di chi l’ha conosciuto, tra i campi della periferia partenopea. Prima direttore tecnico in una scuola calcio: “Per noi era solo Hugo”, poi allenatore in Terza Categoria: “Uno stadio pieno soltanto per vederlo”
Piove, il fango è ovunque. In mezzo al campo un uomo col pizzetto grigio e i capelli brizzolati palleggia. Uno, dieci, cento tocchi. “Questa è la prima immagine che ho di Hugo. Eravamo a Parete, vicino Napoli. Ma lui sembrava ancora il bambino di Villa Fiorito”.