L’Atalanta conta otto torti arbitrali nelle ultime quattro partite, fra campionato e Coppa Italia, culminati con la cantonata fiorentina scaturita dal combinato disposto Doveri-Var e tale da indurre una società che non alza mai la voce a protestare sul proprio sito con un’immagine icastica. La Roma allarga lo spettro alle ultime dieci gare, infestate dagli errori dei direttori di gara e si capisce perché Mourinho dica: «La mia squadra è piccola agli occhi del potere». Ne ha ben donde, a prescindere dal gesto del telefono che gli costerà una squalifica, ma Pairetto con la sua pessima direzione ha spezzettato la gara con il Verona riducendo a 26’ il tempo di gioco della ripresa e non concedendo il recupero che doveva concedere.
Al Toro brucia ancora la ferita inflittagli dall’annullamento del gol di Belotti contro il Venezia, fotocopia della rete non convalidata ieri a Malinovskyi. Inoltre, calcolo per difetto, sono almeno dieci le sviste arbitrali che hanno influito sul risultato finale di altrettante partite granata. E qui si citano tre delle troppe squadre penalizzate da arbitraggi scadenti e da un Var che fa ciò che gli pare, omologato dalla difformità di giudizio. Domanda al designatore Rocchi: ma che arbitri manda in campo e davanti agli schermi della supertecnologica centrale di Lissone? La lotta scudetto è appassionante e altrettanto si dica per l’ingresso in Europa e per la salvezza: Rocchi, quando la piantiamo di guastarla?