Prima un bigliettino sull’auto, poi quattro colpi alle gambe al giornalista: aveva dato notizia dell’incontro tra il temibile Raffaele Cutolo e una star del calcio locale. Sullo sfondo un presidente tirannico, una squadra miracolosa, difensori coi baffi da vichingo, il cholismo trent’anni prima…
Qualche giorno prima, sul vetro della sua auto, una Fiat 128 bianca, ha trovato questa scritta. “Tu vulive fa’ o’ criticone”. Tu volevi fare il criticone. A occhi ingenui può sembrare un rimbrotto bonario, invece è una minaccia, niente di più e niente di meno. Nella tarda mattinata del 29 novembre 1981 il giornalista della Rai Luigi Necco – 47 anni, volto noto del “90° minuto” condotto da Paolo Valenti, riferimento per il Napoli e l’Avellino – viene gambizzato all’uscita del ristorante dove va a mangiare prima di recarsi al Partenio. Sta salendo in macchina con il collega Emanuele Giacoia, quando alle sue spalle sente chiamare il suo nome. A sparargli sono tre uomini di Vincenzo Casillo detto ‘O Nirone, luogotenente di Raffaele Cutolo, il boss della Nuova Camorra Organizzata che in quegli anni sta mettendo a ferro e fuoco la Campania nella lotta di potere con i clan della Nuova Famiglia, in quella che è una vera e propria guerra civile che metterà a contabilità più di mille morti in pochi anni. Quattro colpi alle gambe, sparati con una automatica 7,65. Un avvertimento a un giornalista scomodo.