Roger Martinez lo svezzò al Saint-Priest, sobborgo di Lione: “Gli spiegavi un esercizio e lo ripeteva alla perfezione subito dopo. Un ragazzo d’oro”
Un signore anziano tiene una maglia tra le mani come una reliquia. Ha il numero 20, è rossonera, c’è scritto Kalulu. “Uno dei miei gioiellini…”. Anche gli altri non sono male: Cherki del Lione, Fekir del Betis, Sarr del Bayern. Tutti passati da Saint-Priest, sobborgo di quarantamila abitanti alle porte di Lione, periferia pura. Il posto dove “Pierino” Kalulu ha iniziato a giocare. Ovviamente in difesa: “Da bambini si gioca a 5 o a 7, il terzino non esiste, così lo mettevo dietro”. Roger Martinez è una bandiera del club. La prima volta che ha messo piede in questo stadio aveva 15 anni, da giocatore, oggi ne ha 76 e si gode la vita, il calcio, i suoi ragazzi. “Quelli che ce l’hanno fatta”, dice. Uno di questi è Kalulu, oggi rivelazione del Milan di Pioli. “Quando c’è da parlare di lui ci sono sempre”.