FIRENZE – Se sul campo la rivale più acerrima della Fiorentina resta la Juventus, nei palazzi della politica pallonara la Viola ha l’Inter come antagonista principale. Dal momento del suo insediamento al vertice della Fiorentina, Rocco Commisso ha sempre mostrato di avere una visione politica del calcio agli antipodi con quella dei colleghi interisti: tutto questo aggiunge un bel po’ di pepe sulla sfida in programma sabato a San Siro tra le due squadre. Se in campo saranno Italiano ed Inzaghi gli attori principali, nei palazzi sono Joe Barone e Beppe Marotta a prendersi la scena. Il dirigente viola non ha mai nascosto le sue perplessità sul differimento dei controlli sul versamento degli stipendi accordato dalla Figc nella scorsa stagione, cosa andata a vantaggio soprattutto dei nerazzurri. I battibecchi sul tema tra i due dirigenti sono stati continui e, a volte, anche con toni piuttosto accesi, con il dg interista arrivato a promettere un esposto alla Procura Federale. Ultimo terreno di scontro, in ordine cronologico, è stato l’elezione del nuovo presidente della Lega Calcio, con Barone uscito vincitore in quanto sostenitore di Lorenzo Casini e non di Carlo Bonomi, sostenuto anche dall’Inter e ritiratosi allo scoppio del conflitto in Ucraina. I tempi della sintonia tra Massimo Moratti ed i fratelli Della Valle sembrano definitivamente passati: ormai Inter-Fiorentina è una sfida che va al di là del terreno di gioco.
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