La famiglia del portiere dell’Empoli ospita un bimbo di 11 anni e la mamma, arrivati da Dnipro: il padre è rimasto in patria, in attesa di sapere se dovrà arruolarsi
Quanto è bella la parola accoglienza. Ancora di più in un periodo di egoismi, barriere, steccati. E di guerra. Una guerra che, come sempre, non solo porta con sé morte e distruzione, ma stravolge la vita di chi sfuggendo alle bombe si trova all’improvviso senza casa e senza prospettive. L’accoglienza diventa un ponte verso il futuro e riempie il cuore di chi allarga le proprie braccia esattamente come quello di chi cerca riparo e conforto. Anche a questo pensava Guglielmo Vicario lunedì sera, mentre guidava da Udine a Empoli dopo una delle cene più belle della sua vita. La prima con il suo “fratellino”, Milan, 11 anni, scappato da Dnipro (est Ucraina) in pullman insieme alla mamma Hanna, mentre il papà è ancora in patria, in attesa di sapere se dovrà arruolarsi. Il portiere dell’Empoli è emozionato mentre racconta questa bellissima storia.