TORINO – Se la storia insegna, quanto successo al Toro nell’ultima stagione ha portato in dote alla società granata il “Manuale del buon rinnovo”. Un testo, di fantasia ma con applicazioni molto pratiche, che insegna a muoversi nei tempi giusti per prolungare con i propri giocatori. In particolare sottoponendo ai più meritevoli un allungamento, con relativo adeguamento, tale da non ritrovarsi strangolati dalle dinamiche di mercato. Ferali alla voce Belotti, che se ne andrà non consentendo a Cairo e Vagnati di monetizzare alcunché, aggiustate ma non certo ottimali guardando a Bremer. Il quale ha rinnovato al 2024 per un debito di riconoscenza verso il club, con però allegata una sorta di clausola rescissoria a 25 milioni che non lascia del tutto libero nei movimenti il Torino. Lo si è comunque ripetuto spesso: prendere o lasciare, per il patron. Che in caso contrario avrebbe potuto cedere il brasiliano in estate – con la valutazione propria di un calciatore a scadenza, quindi bassa – o mantenerlo ancora per una stagione andando a perderlo alla fine della prossima. Ergo, ripetendo in toto un caso Gallo. Ebbene tra i granata, grazie a doti proprie sia morali che tecniche e al decisivo intervento di Juric che ha modellato un timido terzino destro rendendolo un brillante esterno di sinistra, il giocatore destinato a crescere, a rivalutarsi e quindi a vedere aumentatato il novero delle pretenenti sul mercato è ora Mergim Vojvoda. Il kossovaro, sul quale di recente ha messo gli occhi il Milan a conferma della sua crescita, ha il contratto in scadenza nel 2024, quindi va blindato adesso per non ritrovarsi tra dodici mesi con una facoltà operativa ridotta. La prossima annata, senza ulteriori firme sui contratti, sarebbe infatti giocata da Vojvoda con la prospettiva di potersi liberare a parametro zero, da lì a qualche mese.
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