in

Maignan, l'altro Ibra del Milan

MILANO– Dove sarebbe il Milan senza Mike Maignan tra i pali? Certamente con lui Stefano Pioli è al sicuro, è al primo posto in classifica. Chi pensava che il dopo Gigio Donnarumma potesse essere difficile, pieno di incertezze, forse impossibile ha dovuto ricredersi e subito. Il Milan ha trovato un vero numero uno. Uno di quelli che ti fanno vincere le partite. Bravo Maldini , bravo Massara , bravi a prenderlo dal Lille per una cifra non alta, quindici milioni di euro. Un valore che si è praticamente raddoppiato nel giro di una stagione. Un portiere protagonista in campo, con grandi parate, interventi decisivi e poi bravo con i piedi. Anzi bravissimo. Un uomo assist fondamentale per esempio per la vittoria contro la Sampdoria. Lancio lungo di 60 metri, forse qualcosa in più, per Rafael Leao che punta Bereszynski , lo supera e infila a modo suo Falcone . Ma è un solo un esempio. Per Magic Mike i piedi sono come le mani. In questo suo primo anno di Serie A ha effettuato 840 passaggi: 458 corti, 382 lunghi. Precisione del suo piede destro? Alta, il 76%. Tante anche le parate: 73. La sua percentuale di parate è altissima nonostante le 20 reti subite, pari all’80,2 per cento. Superiore a quella di Handanovic (79,8%) di Ospina (75,5%) e di Szczesny (74,2%). Una sicurezza per la porta e anche i numeri sono dalla sua parte. Fin qui ha giocato 28 gare, 2.520 minuti, ha mantenuto la porta inviolata in 14 occasioni. Un vero leader della difesa che ha saputo prendere il comando delle operazioni quando Simon Kjaer è uscito di scena. Ha saputo farlo dimostrando di essere un giocatore di valore e di meritarsi forse anche la fiducia di Deschamps . Perché dopo aver conquistato il Milan, Maignan vuole prendersi anche la Francia. E in patria sono sicurissimi che ci riuscirà ben presto. Mike è un giocatore unico, un altro Ibra per intenderci, che si è preso la fiducia dei suoi compagni, se l’è conquistata con parate e interventi, con urla e uscite miracolose. E il suo carattere non è passato inosservato, nemmeno all’inizio quando Dida e i preparatori rossoneri hanno dovuto cambiare il suo modo di lavorare. Non è stato semplice ma Mike non si è arreso alle prime difficoltà. Nemmeno al primo infortunio. Ha saputo riprendersi dal problema alla mano, bruciare le tappe pur di rientrare prima, dare una mano ai suoi compagni in Italia come in Europa anche se in Champions League l’avventura è finita ai gironi e non per colpa sua. Una coppa pronto a rigiocarla ancora con la maglia del Milan indosso e magari con un scudetto sul petto.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a

Scudetti che sfumano, sentite Gresko: “Ho scordato il 5 maggio, Radu si rifarà”

Milan, Ibra ha un motivo in più per restare. E la caccia ai record continua…