in

Cessioni Juve: chi parte a centrocampo?

In un mercato in cui alcuni centrocampisti tra i più talentuosi a livello internazionale si stanno sistemando altrove (come l’olandese Ryan Gravenberch destinato al Bayern Monaco, a meno di clamorose novità, e il connazionale Frenkie de Jong sempre più nel mirino del Manchester City) la Juventus ha preso una sua direzione. E cioè, decodificando, se c’è da spendere una cifra top, meglio fare un tentativo su profili consolidati, nel senso di più agevolmente raggiungibili perché abituati al calcio italiano, a maggior ragione se come Sergej Milinkovic-Savic guadagnano poco: siamo ad altezza tre milioni di euro e spiccioli. Altrimenti, se la caccia deve riguardare anche l’estero, alla Continassa ritengono che sia il caso di andare su elementi dal cartellino molto meno caro. Vedi il 27enne Leandro Paredes : non più giovanissimo, “prezzato” attorno ai 20 milioni e con ingaggio sostenibile. Lui sì regista e interno a seconda del bisogno, di sicuro un centrocampista centrale non utilizzabile “alla Milinkovic”.

Prima però tocca capire chi lascerebbe la mediana juventina a fine stagione. Qualora fosse Arthur , magari cedibile anche solo in prestito per liberare un posto, attenzione a un giocatore di ordine e governo come Jorginho, acquistabile dai bianconeri se fosse un’opportunità, perché a trent’anni non si può girare un film diverso. Se non va al Milan o alla Roma o altrove (tentazioni forti per il giocatore), occhi aperti anche sul portoghese Renato Sanches , che ha 24 anni, un contratto con il Lille fino al 2023 e la voglia di mollare i francesi. Ma in quel caso bisognerebbe che una mezz’ala facesse le valigie: dell’elenco di cui sopra non dovrebbe far parte Adrien Rabiot, difficile da cedere. Sarebbe ancora vivo il discorso della giovane Juve, con Davide Frattesi sul taccuino: meglio non dimenticarlo.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a

Inzaghi-Allegri, quanto vale la finale di Coppa Italia? Cosa succede a chi perde…

Fa crescere il Milan ed è cresciuto lui: così Pioli è diventato un big della panchina