Trent’anni fa conquistò Parma con gol, capriole e bravate: “Scala voleva farmi correre ma mica ero Forrest Gump.Ora vendo canna da zucchero e pubblicizzo preservativi, ma a lavorare ci pensino i dipendenti…”
Trent’anni fa, estate del 1992, sbarcò in Italia un ragazzo dallo sguardo furbo e dal sorriso beffardo: Faustino Asprilla. Aveva 22 anni, il Parma lo acquistò dal Nacional Medellin dopo che il capo dei narcos colombiani Pablo Escobar, patron occulto del club, diede il benestare. Velocissimo, estroso, abile nel dribbling, Asprilla conquistò la gente anche per il modo di festeggiare i gol: faceva la capriola. E ne fece parecchie: una a San Siro quando, con una punizione deliziosa, nel marzo del 1993, segnò l’1-0 e così interruppe il record di imbattibilità del Milan di Capello (58 gare senza k.o.). Oggi vive in Colombia, a Tulua Valle. Tifa per il Parma, “e per il mio amico Buffon: un fenomeno”.