La vittoria del Toro sul Monza vale triplo: 1) perché è stata ottenuta alla faccia dell’ammutinamento di Lukic, che può anche avere tutte le ragioni del mondo e, tuttavia, mai e poi mai un capitano ha il diritto di piantare in asso la squadra alla vigilia del debutto nel massimo torneo. 2) Perché conferma la grandezza di Juric: soltanto lui poteva tenere la barra dritta dopo un precampionato così tumultuoso, scandito dal solito mercato partito in ritardo, dalla zuffa con Vagnati e, per non farsi mancare proprio nulla, dalla fuga di Lukic. 3) Perché vincere in Brianza nelle peggiori condizioni di partenza deve convincere una volta di più Cairo che, se vuole meritarsi Juric e il ritorno dei tifosi granata allo stadio, deve esaudire tutte le richieste dell’allenatore, sinora suo parafulmine. Ma anche i parafulmini possono rompersi, in ogni senso. Ha detto bene Sanabria, riferendosi all’apporto di Miranchuk, determinante e non soltanto per il gol che l’ex atalantino ha segnato, sbloccando la partita. “Quando hai accanto giocatori di qualità, tutto diventa più facile”. Qualità, vocabolo da riportare in auge nel lessico granata.. Alla svelta.
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