MILANO – Ivan Juric ha il sangue granata nelle vene. Proprio come lei, come Simona Ventura. Un allenatore vero, con il dna da Toro «che va fatto lavorare, senza fretta». Un messaggio per i tifosi, per chi come lei, ancora oggi come ai tempi dei Granata Korps, soffre per questi colori: «Rimarrò granata a vita pur soffrendo ». L’ultima sofferenza? A Bergamo. Ma nessun dramma, perché «sul Torino ho imparato, avendo una veneranda età anche se dentro mi sento sempre 25 anni, che non bisogna lasciarsi andare in giudizi affrettati. Non mi ero esaltata quando il Torino era primo in classifica, non mi agito ora dopo aver perso una partita. Sennò avrei perso dieci fegati e non uno solo…».
Come va presa la sconfitta con l’Atalanta?
«L’Atalanta è una grande formazione, che lotta per un obiettivo diverso dal nostro. Lasciamo lavorare Juric, capisco i tifosi avendone fatto parte, ma con i giocatori che abbiamo stiamo già facendo tanto. Cerchiamo di andare avanti, cerchiamo di fare una politica sui giovani con le nostre scuole calcio. Questo sarebbe importante per noi, per il nostro futuro».
Questo Torino piace a Simona Ventura?
«C’è una buona base per cominciare…».
E poi?
«Poi la rissa tra allenatore e direttore sportivo checatutti vogliono dimenticare credo sia stato “un piede di porco” per rivedere cosa è il Torino, rivedere il cuore Toro. Il Toro è questo: è passione. Vuole dire anche scontri tra allenatore e direttore, tra allenatore e giocatori. È una cosa che non va bene certo, ma ha creato consapevolezza di cosa significa far parte del Toro. Per me è stato tutto positivo…».
Juric è un allenatore da Toro?
«Juric ha il cuore Toro. Il Torino ha dato via grossi campioni ma non ha perso l’anima. Ora bisogna lasciarlo lavorare. Sono sicura che ci toglieremo delle soddisfazioni ».
Delusa da Belotti?
«Gli amori possono finire. E per me Belotti doveva andare via molto tempo fa. Purtroppo le bandiere fanno molto fatica oggi…»
Intanto i tifosi continuano ad avercela con Cairo…
«Io lo conosco dal 94’, posso dire di averlo portato io al Torino in un momento molto difficile della società. La storia del Torino bisogna conoscerla. Dietro a Cairo non c’è un fondo internazionale. Non so quale multinazionale possa prendere il Torino e fino a quando non arriverà dico che è meglio tenerselo stretto».
Lo “scudetto” del Torino per questa stagione?
«Pensiamo in grande, non solo alla salvezza. Magari andremo in Europa, ma vorrei che ci fosse anche un dopo. Bisogna andarci e restarci, giocarsela… Se poi vengono fuori dei campioni come ad esempio Belotti o Bremer io sono contenta lo stesso».
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