André Onana ha effettuato dieci parate in Inter-Bayern, più di ogni altro portiere dell’Inter in una gara di Champions League dal 2003/04. La statistica Opta certifica in tutta la sua crudezza le difficoltà patite dall’Inter mercoledì, ma non è di questo che vogliamo parlare. A colpire, è stato quanto detto da Simone Inzaghi in sala stampa: «Sabato giocherà Handanovic, la scelta del portiere dipenderà dalle partite». Una presa di posizione che lascia stupefatti: non perché Onana sia sembrato superman (l’unica uscita che ha fatto l’ha sbagliata e poi, sul tiro di Sané deviato da Bastoni il palo l’ha salvato dall’autogol), ma perché – una volta lanciato l’olandese – appare quanto meno singolare non dargli continuità almeno fino alla sosta. Tre partite (Toro, Viktoria Plzen, Udinese) per “pesare” quanto vale Onana a cui, indubbiamente, va dato tempo per ambientarsi nella nuova realtà. Col Toro, invece, toccherà di nuovo a Samir Handanovic, contro cui muove sempre più con forza la fronda dei tifosi. Ingiusto e ricco di ingratitudine ritenere che il capitano sia diventato improvvisamente un brocco, ma pure questa non è la questione: quello del portiere è un ruolo delicatissimo, ancor più oggi in cui spesso agisce come regista arretrato. Alternarlo con decisioni prese a tavolino (Inzaghi e il suo numerosissimo staff decideranno in base all’altezza degli avversari o alla loro propensione a tirare da fuori area?) è il modo migliore per complicarsi ulteriormente la vita in una stagione in cui all’Inter sta funzionando poco o niente.
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