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Toro-Laurienté: incontro del terzo tipo. Un affare saltato per un post

TORINO – Occhio, se mai decideste di acquistare un’auto usata da monsieur Loic Fery. Punto primo, dovreste appurare il suo piano di violo: perché un po’ vive in Francia, un po’ in Inghilterra, e se vi dà appuntamento a Lorient rischiate di non trovarlo, giacché schizzato all’ultimo in Gran Bretagna. Se invece vi dice che è a Londra, potrebbe spostarsi all’improvviso in Bretagna senza aggettivi, in quella cittadina francese di neanche 60 mila abitanti che oggi, udite udite, rappresenta nella Ligue 1 la quarta forza in classifica: da non crederci. Monsieur Fery è sovente in viaggio occupato per forza maggiore dietro a chissà quali altre questioni, allorché qualcuno bussa alla porta del suo dg offrendo dei soldi. Per cui attenzione: volete una sua automobile di seconda mano? Prenotate due camere di hotel. E più biglietti aerei. Sempre in altre faccende affaccendato, il patron del Lorient. Sfuggente. Furbissimo. Con la puzza sotto il naso, anche? Beh, comunque sia è abituato ad atteggiarsi con la grandeur sotto il braccio come una baguette. Un simpaticone. Soprattutto se gli dici che sei italiano? Ma sa anche terribilmente il fatto suo, perché ti studia, si informa, vuole sapere tutto di te. Se costui vuole comprarmi l’auto, è perché vuole pagarmela meno del previsto: ragiona così? Forse no. Però col Torino si è comportato in maniera che… insomma… in modo discutibile. Il Toro mi chiede Laurienté? E chi è il padrone del Toro, Cairo? Cairo è padrone anche di Rcs, del Corriere della Sera, della Gazzetta, di La7, quindi è ricco sfondato e allora deve pagarmi bene. Poi gli hanno raccontato che il presidente del Torino ha un rapporto speciale col portafoglio. E allora monsieur Fery non deve più aver avuto dubbi: sicuramente mi offrirà troppo poco. Che pandemonio e che giri di giostra, a luglio.

Per cercare di acquistare Laurienté, gioiellino offensivo, esterno dal dribbling rapace e dalla progressione di una gazzella, Vagnati diventò a un certo punto matto (si fa per dire ma rende l’idea) per offrire un milione in più e prendere un appuntamento. Monsieur Fery gli rispondeva rimbalzandolo sul dg, mentre il dg del Lorient diventava gommoso, «dovete convincere il mio presidente». Roba da sfinimento. Settimane di trattative incredibili. Nel senso di poco credibili per davvero, tenuto conto anche dei comportamenti del Lorient, sfuggenti, ambigui nelle richieste, misteriosi, mai sufficientemente chiari. Quando Vagnati offrì 7 milioni, risposero che era un affronto, sin un’offesa. Quando coi bonus iniziò ad avvicinarsi a 9, ne chiesero ufficiosamente 15. Una provocazione, punto e basta. Quando il Torino chiese ufficialmente il prezzo, risposero «offriteci voi la cifra giusta». Ogni volta non bastava mai. Ma, soprattutto, ogni volta spuntavano ora un contrattempo, ora un rinvio, un giro di parole, un viaggio imprevisto, un telefono che non prendeva, un messaggino non letto come se fosse finito nello spam pure su Whatsapp: che lo spam, fino a prova contraria, non ce l’ha. Da diventare matti, per l’appunto. Sinché, a fine luglio, con Laurienté che premeva sempre più per trasferirsi in granata (contratto già pronto, rotta delineata, Sassuolo sempre a inseguire il Toro), monsieur Fery decise di rispondere a un tifoso granata che gli aveva scritto sui social. E usò un inchiostro velenoso, altro che simpatico: «Laurienté è un gran giocatore, per cui dovresti dire ai proprietari del tuo club di fare ciò che serve». Cioè pagare un misteriosissimo prezzo giusto, per quell’automobile in carne e ossa. Ma quanto, allora, se ormai era diventata un’angoscia per Vagnati persino riuscire a mettersi in contatto con i vertici del club francese per offrire più soldi? Cairo non lo prese diciamo benissimo, quel post sferzante di monsieur Fery in mondovisione sul web. Una pernacchia insultante diretta a lui che avrebbe dovuto dargli dei soldi. Oggettivamente: non un cioccolatino, su. «Basta! Come si permette?». E così la figurina di Laurienté entrò in una fase calante. Mentre il profilo di Vlasic, graditissimo a Juric, cominciava a decollare.

A fine agosto, quando i dirigenti del Sassuolo lo acquistarono dopo aver patito anche loro le pene dell’inferno per mettersi d’accordo con il Lorient, si sentirono chiedere in extremis altri soldi rispetto a quanto era stato convenuto, secondo il club emiliano: altrimenti niente, non sale sull’aereo. Uffa che barba. Morale: 10 milioni più 2 di bonus, una percentuale su un’eventuale futura compravendita e pure una partecipazione a spese diciamo burocratiche, comparse all’ultimo secondo. Era un grande obiettivo di mercato, poi per il Torino diventò un incubo, ora è uno spauracchio. Anche perché Laurienté sta già facendo scintille, nel Sassuolo: vedi l’ultimo assist gol per Frattesi. Sabato sera: un incontro ravvicinato del terzo tipo.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a

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