TORINO – Juventus, abbiamo un problema: dopo gli iniziali venti minuti, gli avversari sembrano correre in discesa. Più rapidi, intensi e reattivi di quelli bianconeri. E così i punti sfumano. È vero che la testa comanda le gambe – e quindi l’aspetto mentale ha sicuramemte una sua incidenza – e gli impegni sono tanti. Ma è vero anche, stando alle sensazioni che filtrano dagli ambienti juventini, che le gambe di capitan Leonardo Bonucci e compagni non sembrano girare sempre come vorrebbero e dovrebbero. La sconfitta con il Benfica, maturata dopo un ottimo avvio e il gol di Arkadiusz Milik dopo appena 4 minuti, ha rafforzato un campanello d’allarme già suonato da qualche partita in “Casa Juve”. A Firenze, ad esempio, è successa più o meno la stessa cosa, con la differenza che dopo il gol iniziale di Milik (9’ del primo tempo) e il pareggio di Kouamé (29’), poi Mattia Perin ha deviato sul palo il rigore del possibile sorpasso di Luka Jovic. Risultato diverso, ma stesse sensazioni. E anche contro la Salernitana, nonostante il vantaggio iniziale dei campani e al netto del 3-2 di Milik al 95’ cancellato ingiustamente dal pasticcio del Var, la Juventus per lunghi tratti è andata sotto fisicamente.
Senza contare gli infortuni muscolari: solo negli ultimi 10-15 giorni si sono fermati Angel Di Maria, Manuel Locatelli, Alex Sandro e anche quel robot di Adrien Rabiot. Alla Continassa ci si interroga sulle cause. Le conseguenze, invece, sono sotto gli occhi di tutti. Meno munizioni e cambi per Allegri. E di conseguenza giocatori più stanchi e potenzialmente a rischio di nuovi stop. Un circolo vizioso che la Juventus vuole interrompere in fretta per risalire in campionato e invertrire la tendenza in Champions League, molto più che in salita dopo le due sconfitte (Paris Saint Germain e Benfica) nelle prime due giornate.
Le valutazioni
Toccherà a Massimiliano Allegri trovare le coordinate giuste per svoltare. I dirigenti juventini vanno avanti decisi con il “Conte Max”. Piuttosto alla Continassa stanno valutando – non da ieri, ma già da qualche tempo -, nuovi interventi per migliorare e agevolare il lavoro del tecnico. Dopo l’ampliamento estivo dello staff tecnico, con Paolo Bianco (ex assistente di De Zerbi) che si è aggiunto ai fedelissimi Marco Landucci (vice allenatore), Maurizio Trombetta (collaboratore tecnico), Aldo Dolcetti (collaboratore tecnico), Simone Folletti (responsabile della preparazione atletica) e Simone Padoin (al secondo anno con Allegri), si ragiona su nuovi “rinforzi”. Più che una aggiunta vera e propria al gruppo attuale (il dettaglio dello staff nella tabella in alto), la novità potrebbe essere un maggior coinvolgimento di una figura già in organico. Ossia di quel Giovanni Andreini arruolato a luglio dal club di Andrea Agnelli con il ruolo di coordinatore di tutte le aree legate alla performance della squadra di Allegri. L’ex preparatore di Roberto Donadoni, prima al Livorno poi a Bologna e anche in Cina allo Shenzhen, è una sorta di trait d’union dei vari settori della prima squadra. Una figura, quella del coordinatore, molto di moda nei top club europei. Andreini si interfaccia tanto con lo staff tecnico quanto con quello medico. Dopo mesi di osservazioni e studio del mondo Juventus, Andreini dovrebbe cominciare a incidere più concretamente, ma sempre in sinergia con i vari staff, per migliorare la performance dei giocatori. E visto che le ultime prestazioni hanno portato d’attualità la condizione fisica in società, c’è da scommettere che la ripartenza inizierà da lì.
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