La strada è lunga, ma Charles De Ketelaere ha cominciato a percorrerla. Il talento belga è stato l’obiettivo su cui il Milan non ha mollato la presa nel corso dell’estate: lunga e tormentata la trattativa con il Bruges, alla fine chiusa con un impegnativo investimento da 35 milioni. Grande logicamente l’attesa, per uno dei giocatori emergenti d’Europa. Con il rischio dell’eccesso perché, non appena messo piede in campo, De Keteleare è stato ribattezzato subito come il nuovo Kakà, per le movenze e il tocco di palla. Un paragone tutto da verificare nel corso del tempo e, soprattutto, potenzialmente pericoloso: basti ricordare come ne era stato schiacciato Paquetá, fino a scomparire dai radar rossoneri.
Duttilità
Stefano Pioli ha grande stima del belga e ne sta curando progressivamente l’impiego, ben sapendo come il classe 2001 abbia bisogno di tempo per maturare definitivamente, soprattutto in un contesto qual è quello del Milan e qual è una realtà competitiva come la Serie A. De Ketelaere si è messo a disposizione del tecnico e della squadra, qualunque sia il minutaggio a disposizione, da titolare come da uomo inserito in corsa. Allo stesso modo il ruolo, che lo ha visto agire anche da “falso nove” in assenza di alternative in prima linea (causa infortuni e convalescenze) a Olivier Giroud.
Segnali importanti
I segnali positivi si stanno comunque moltiplicando nel corso delle partite. E anche contro il Napoli, in una serata di poca continuità personale, De Ketelaere ha comunque creato opportunità interessanti, come quelle non concretizzata da Giroud nel primo tempo e come l’avvio dell’azione, con l’imbucata per Theo Hernandez, che ha portato al momentaneo 1-1 del francese. Lampi che devono diventare sempre più numerosi e ravvicinati, per vedere De Ketelaere occupare il ruolo che gli hanno disegnato nel Milan: quello di leader.
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