La rivendicazione del metodo di aspettare la fine della stagione, la difficoltà del passo successivo all’eventuale separazione, l’investimento di fiducia forte dietro la scelta di un anno fa: la conferma del tecnico va oltre l’aspetto economico
Massimiliano Allegri resta sulla panchina della Juventus, ha detto ieri Andrea Agnelli nell’assunzione di responsabilità presidenziale dopo la sconfitta di Haifa. Alla base della decisione, confermata ieri come già successo più volte dall’autunno di un anno fa a oggi, si è sempre evocata la questione economica: il ricco contratto quadriennale da oltre sette milioni annui, di cui restano da onorare ancora più di due stagioni e mezzo, non è un legame che rende facile la ricerca della formula giusta per separare le rispettive strade. Anche ricordando che in occasione della separazione del 2019 non ci fu nessun accordo di transazione e il tecnico decise di prendere fino all’ultimo centesimo. Ma la Juve è un’azienda con le spalle abbastanza grandi da non farsi legare le mani in maniera irrimediabile neanche da una situazione del genere: la linea della conferma decisa da Agnelli è figlia anche di altre ragioni.