TORINO – Uno, dieci, cento derby. Quanti quelli disputati – in senso figurato, s’intende – da Fabio Miretti. Che di anni ne ha appena 19, ma che gli ultimi 12 li ha trascorsi tutti con la maglia della Juventus sulla pelle. Per questo è pressoché impossibile stabilire il numero esatto di stracittadine già affrontate: un paio a stagione in età da vivaio, ben di più ai tempi della Scuola Calcio, tra campionati, tornei e amichevoli dal fascino antico.
IL PRIMO DERBY…
La certezza, invece, è quella del primo incrocio assoluto sotto la Mole. Non un derby di Miretti, in realtà, bensì un derby per Miretti. Ovvero quello andato in scena nell’ormai remota estate del 2011, quando il talento di Saluzzo non era che un bambino dalla spiccata predisposizione per accarezzare il pallone. Un tratto distintivo che non era passato inosservato, né agli occhi della Juventus né a quelli del Torino. Ecco, appunto. Ma per l’allora bambino con il poster di Nedved in camera, di fronte agli ammiccamenti degli osservatori di ambo le sponde del Po, la scelta era stata fin troppo facile. «Sono gobbo da cima a fondo, lo sono sempre stato», ha gonfiato il petto con orgoglio lo stesso centrocampista classe 2003 in una recente intervista. Questione di fede, insomma. E di ambizione, anche. Ma pure di praticità, a ben vedere. «Per noi era impensabile portarlo tutti i giorni a Torino, per un discorso logistico e anche economico – ha raccontato in più occasioni, negli ultimi mesi, papà Livio –. La decisione è stata unicamente di Fabio, a noi interessava solo che andasse bene a scuola, ma il fatto che il club bianconero mettesse a disposizione una navetta per portarlo all’allenamento ha giocato il suo fattore». Galeotto fu quel pullmino, insomma. Anche se il cuore già batteva per i colori bianconeri, motivo per cui oggi la soddisfazione per l’approdo in prima squadra è doppia. Da parte di Fabio e da parte di tutta la famiglia, peraltro frequentatrice assidua dello Stadium da ben prima che il ragazzo si affacciasse ai più ambiti palcoscenici.
… E L’ULTIMO
Se c’è un primo derby, però, ce n’è anche un ultimo. Ultimo almeno fino a domani, naturalmente. Quando Miretti avrà la possibilità di vivere il suo esordio in una stracittadina a livello di prima squadra. I due incroci della passata stagione, infatti, erano arrivati quando il giovane nato a Pinerolo ancora faceva la spola con l’Under 23 in Serie C, motivo per il quale occorre tornare alla data del 13 giugno 2021 per ritrovare Miretti in una metà del campo e le maglie granata nell’altra. Il contesto era quello del campionato Primavera 1 e la Juventus Under 19 si era imposta per 1-0, proprio come aveva trionfato con un più rotondo 4-2 nella sfida d’andata, pochi mesi prima, quando Miretti aveva dispensato in favore di Sekulov l’assist del 3-2 che aveva spezzato l’equilibrio della gara. Il passaggio vincente, d’altronde, è il marchio di fabbrica del canterano bianconero quando il teatro è quello del derby: altro passo indietro, stagione precedente, vittoria per 3-1 in Under 17 e ancora assist, questa volta al coetaneo Bonetti.
L’INCROCIO DI DOMANI
E chissà che la striscia positiva non possa proseguire proprio domani pomeriggio, con la replica di quanto già affrescato da Miretti in occasione della partita contro lo Spezia. Con la sgroppata sulla destra, il traversone basso a imbeccare Milik e la rete della tranquillità firmata dal polacco. La possibilità che il talento bianconero tagli il traguardo delle 20 presenze in coincidenza della stracittadina, infatti, è piuttosto alto, considerando che finora ha messo piede in campo in tutte le gare di campionato (4 da titolare, 5 da subentrante) e in 12 su 13 tenendo conto anche della Champions League. Allegri non lo ha impiegato solamente martedì ad Haifa, nell’ora più nera di questo deprimente avvio. Proprio per questo, più fresco nelle gambe e con meno scorie nella testa, potrebbe avere la sua opportunità di fronte al Torino: se non dal fischio d’inizio, almeno a gara in corso. Per non perdere questo importante treno e, men che meno, questo prezioso pullmino.