La storia del 21enne argentino promosso dalla Next Gen alla prima squadra, cresciuto nella zona della Joya e nella squadra della Pulce, legatissimo alla mamma che per qualche anno l’ha cresciuto da sola. Quasi un anno lontano dai campi per il crociato, è il suo momento
Sono bastati pochi secondi a bordo campo, lì in attesa di mettere per la prima volta i piedi in campo per giocare la Champions League (al minuto 86 di Juve-Psg), per tirare un lungo sospiro e lasciarsi alle spalle 268 giorni tristi, bui. Di rabbia, utile da qui in avanti per fare la differenza lungo la strada per ritrovarsi e arrivare lontano, Enzo Barrenechea ne ha immagazzinata molta, in questi anni a Torino.