Di nuovo in campo in Champions dopo il grave infortunio a un ginocchio, che cosa cambierà negli equilibri e nei risultati della Juve
Mancava grossomodo un quarto d’ora al termine di un girone di Champions che oscillava fra la mortificazione e la catarsi. Fra l’evidente perdita di sostanza d’un vecchio squadrone che non c’è più e l’autocoscienza di questa situazione, l’affioramento dal subconscio delle responsabilità, l’analisi spietata della distanza dalla forza rappresentata bene dalle due avversarie superiori, capaci di prendersi tutto dalla Juventus: il Psg (cioè la collezione di campioni, l’instant team che i bianconeri vorrebbero essere) e il Benfica – la visione di un calcio pensato, evoluto, che la Juventus ha tentato di essere un paio di stagioni fa, credendoci poco, preferendo prima ammirare e contare i gol di Ronaldo e poi tornare a rifugiarsi nel ricordo di se stessa.