Quarant’anni fa moriva il presidente che costruì uno squadrone in grado di competere contro chi gli scudetti li vinceva. Armatore, sindaco, padre padrone e tifoso: ecco la sua storia
Ebbe sogni extralarge, fu un visionario con gli occhiali fumé e la taglia del padre-padrone che misura il cortile con passo marziale. Quarant’anni fa – 15 novembre 1982 – se ne andava l’uomo che per primo ipotizzò di costruire un grande Napoli, trasformando un club di fascia media in uno squadrone in grado di competere contro chi gli scudetti li vinceva in catena di montaggio, lungo l’asse nordista Milano-Torino. Spoiler: non ci riuscì. Ma Achille Lauro detto il “Comandante” coltivò a lungo la sua illusione e anzi riuscì a condividerla con un’intera città, quella stessa Napoli che per un certo periodo governò nel triplice ruolo di presidente, sindaco e uomo più ricco della città (era un armatore che fondò la più grande flotta italiana).