«When his goals light the sky there’s a tear in my eye, oh Vialli». Una lacrima avrà rigato i volti dei tifosi del Chelsea anche nella giornata di ieri: per i Blues Gianluca Vialli è stato molto di più che un allenatore e un giocatore, ma è diventato il grande simbolo dell’Italian Job e il precursore di una lunga serie di italiani che sulla panchina londinese hanno trovato gloria e trionfi. Il rapporto del grande campione di Cremona con il calcio inglese è da sempre stato profondo e viscerale, un amore corrisposto da tutti gli appassionati di calcio d’Oltremanica. «Mancherai a così tanti. Una leggenda per noi e per tutto il calcio. Riposa in pace, Gianluca Vialli», il messaggio del club.
In campo e in panchina
D’altronde la grande storia di Vialli con il Chelsea non potrà mai essere dimenticata. Oltre lo spessore umano, lodato da tanti ex compagni e giocatori più giovani cresciuti nel suo mito, c’è l’impresa compiuta da player-manager, un ruolo inedito in cui è stato catapultato dopo l’addio di Ruud Gullit ma che ha affrontato con grande coraggio e dignità, come ogni sfida che la vita gli ha riservato. Il centravanti era arrivato a Londra nel 1996 per aiutare i Blues a uscire da un periodo difficile, ma due anni più tardi si è ritrovato a sorpresa alla guida della squadra che prende per mano a metà stagione. Nonostante lo scetticismo iniziale, Vialli lascia tutti a bocca aperta: alla fine di quell’annata porta a casa la Football League Cup e la Coppa delle Coppe, anche se la sua vittoria più grande resta la conquista della Supercoppa Uefa contro il Real Madrid, un pezzo di storia indimenticabile per tutti i sostenitori del Chelsea. La sua avventura da allenatore in terra inglese si conclude con cinque trofei in appena tre anni e mezzo, una percentuale di vittorie altissima per un calciatore che ha dovuto imparare in fretta a vestire i panni dell’allenatore. Anche per questo in Premier League non sarà mai dimenticato: si sprecano i cori, gli aneddoti e i racconti di tutti coloro che hanno avuto il piacere di vederlo in azione, come Peter Crouch che ha confessato di avere due maglie della Sampdoria grazie al mito di Vialli e delle sue giocate che ogni tanto provava a replicare al campetto vicino casa. Anche i suoi ex giocatori lo ricordano con affetto. È il caso di John Terry, uomo simbolo del Chelsea che ha fatto il suo esordio proprio grazie all’italiano: «L’uomo che mi ha fatto debuttare nel Chelsea e a cui sarò sempre grato. Un vero gentiluomo che ci mancherà tantissimo».
Beckham e Vialli
Da Gullit a Beckham («Un vero gentleman, con un grande cuore. Ti amiamo Gianluca, ciao amico mio»), passando per Lineker, Ancelotti e Mourinho, il mondo della Premier League si è mobilitato in massa per mostrare vicinanza a un suo grande campione che proprio a Londra ha chiuso il cerchio della sua vita sportiva, legata a doppio filo a quella terra che ha saputo amarlo e valorizzarlo proprio come la sua Italia e che gli ha anche regalato la sua dolce metà. Il 20 maggio 1992 a Wembley con la maglia della Sampdoria, accanto al suo amico di sempre Roberto Mancini, perse la finale di Coppa Campioni contro il Barcellona, ma in quello stesso stadio trent’anni più tardi alzò al cielo l’Europeo vinto con l’Italia, culmine di una carriera vissuta intensamente.
I fiori allo stadio
Fuori dai cancelli dello Stamford Bridge i tifosi hanno depositato fiori e biglietti e a Cobham il Chelsea ha osservato un minuto di silenzio per onorare la sua memoria. Tra Vialli e l’Inghilterra ci sarà per sempre un legame indissolubile, un filo rosso fatto di ricordi, gol e grandi vittorie che neanche la morte sarà in grado di spezzare.