Come la pensi sulle vicende extracampo che stanno turbando i sonni bianconeri Paolo Bertinetti, presidente dell’associazione “Amici della Juve” nata nel 2006 sulla scorta di Calciopoli, è semplice intuirlo. «Giustizia sportiva è un’espressione quantomeno curiosa, a farci caso, perché racchiude due errori in due parole: non è giustizia, nel senso di giusta, e non è nemmeno sportiva, nel senso di equa e rispettosa», la premessa del professore ordinario di Letteratura Inglese all’Università di Torino.
Paolo Bertinetti, che idea si è fatto di quanto sta accadendo alla Juventus?
«Se non mi interessassi di calcio, direi che non c’è alcuna logica dietro quanto sta succedendo in ambito di giustizia. Un comportamento che non è normato come illecito, ma nemmeno come irregolare, utilizzato sostanzialmente da tutti, diventa una colpa, ma per una società soltanto».
E invece?
«Invece, da conoscitore del mondo del calcio, mi sembra che una logica ci sia: quella volta a colpire la Juventus. Attraverso una motivazione che non sta in piedi: se fai una plusvalenza una volta in più, sei nel torto, se la fai una volta in meno, sei nella ragione».
Come pensa che si svilupperà la vicenda?
«Nel 2006 divenne centrale il concetto di “sentimento popolare”, ora la mia impressione è che possa avvenire l’esatto contrario. Praticamente tutti gli addetti ai lavori si dicono stupiti per la sentenza del -15 alla Juventus, quindi i giudici hanno terreno fertile per confermare la penalizzazione così da dimostrarsi duri e indipendenti».
E per quel che concerne la “manovra stipendi”?
«Mi rallegra il fatto che a Torino ci siano meno reati che altrove, innanzitutto, in modo che la Procura possa lavorare sulla Juventus con così poco d’altro da fare. La mia idea è che, di fronte a un’eventuale colpa, i dirigenti e gli amministratori che hanno sbagliato debbano pagare. Ma non capisco cosa c’entri l’aspetto sportivo in questa vicenda».
Qual è il destino del club bianconero, dunque?
«Da laureato in legge, mi sembra tutto assurdo. Non sono uno scommettitore, ma un euro da qui a fine stagione lo punterei sulla conferma del -15 e su un’altra penalizzazione che costringa la Juventus a salvarsi. Così da danneggiarla e, al contempo, da mantenerla in Serie A per garantire la sopravvivenza del sistema grazie ai diritti tv».
Professore di letteratura inglese, laureato in legge… e poi?
«E poi scrittore, la mia ultima fatica letteraria è stata “Finoallafine! Manuale di autodifesa e orgoglio del tifoso bianconero”. Un libro d’autodifesa, in cui suggerisco ai tifosi bianconeri soluzioni come seguire le partite senza volume, e d’orgoglio, perché ripercorre i nove scudetti di fila».