TORINO – Dopo esser corse parallele per sette stagioni, le strade di Paulo Dybala e della Juventus domani sera torneranno a intersecarsi dopo il confronto ad addio ancora caldo di agosto. E, a ben vedere, potrebbe non essere l’ultima volta di questa stagione. Le vicende pregresse tra la Joya e il club bianconero, infatti, non sono delimitate dal solo perimetro del rettangolo di gioco, ma sfociano nell’inchiesta sui conti del club che da mesi aleggia sulla Continassa. Dall’assist per Abraham di inizio campionato alle ventilate vie legali, passando per un imminente confronto all’Olimpico che profuma d’Europa, l’altalenante legame tra le parti non ha ancora consumato il suo finale.
Il rinnovo di contratto sfumato nello scorso autunno, dopo cinque scudetti e altri sette trofei sollevati tra il 2015 e il 2022, ha inevitabilmente raffreddato i rapporti, senza però sfociare – almeno in termini repentini – in una battaglia legale senza esclusione di colpi. Al momento dell’addio ai colori bianconeri, secondo la tesi degli inquirenti che ha trovato conferma nella versione depositata dallo stesso trequartista, interrogato a Roma dalla Guardia di Finanza negli scorsi giorni, Dybala vantava infatti un credito presso la società. L’ammontare, circa 3,7 milioni di euro, va ricondotto ai tempi della seconda manovra stipendi, quella della stagione 2020/2021, quando la suddetta cifra era stata trattenuta al giocatore previo accordo – la cosiddetta “side letter” di Dybala, firmata da entrambe le parti, ma mai depositata in Lega – per restituirla, spalmata, nei mesi successivi. In caso di prolungamento del contratto, gli arretrati sarebbero stati corrisposti in tranche da sommare alle mensilità della Joya nella stagione successiva. In uno scenario di divorzio tra le parti, quello effettivamente andato in scena nell’ultima estate, i 3,7 milioni sarebbero dovuti essere versati dopo l’addio.