TORINO – Gvidas Gineitis ha da poco rinnovato il contratto con il Torino fino al 2026, con adeguamento dello stipendio. Classe 2004, di ruolo centrocampista, il lituano è partito titolare nella contro il Milan. Racconta quelle emozioni su Torino Channel: «Io in campo a San Siro… Dopo l’allenamento il tecnico mi ha detto che avrei giocato, l’indomani. Abbiamo analizzato la tattica e ci ho pensato per tutto il tempo. Siamo saliti sul bus e dopo l’arrivo e la cena, mi sono messo a letto, ma non riuscivo a dormire. Il giorno della partita abbiamo fatto allenamento e Juric mi ha detto di giocare proprio come fosse in allenamento, che sapeva che avrei fatto bene. A Milano c’erano tanti tifosi, uno stadio enorme. Tutti fischiavano quando siamo entrati. Juric ci ha parlato e mi ha ribadito di stare calmo. I primi dieci minuti sono stati difficili, mi tremavano le gambe. Al primo pallone volevo tirare e passare, ho visto Rodriguez di fianco a me e gli ho dato la palla di tacco…»
Il Torino e Gineitis
«Sono molto contento di essere un giocatore della prima squadra. Quando mi ha chiamato Juric, ha fatto capire che potevo stare lì. Ho iniziato ad allenarmi con loro, poi mi ha voluto sempre di più fino al ritiro in Spagna. Ho lavorato spesso con i compagni. Adesso il tecnico si fida di me e spero continui… Ho firmato perché questo il club fa crescere i giocatori e li manda in prima squadra se fanno bene in Primavera. Mi fa piacere che gli altri abbiano stima nei miei confronti. Se mi dicono che devo fare qualcosa, lo faccio. Sono ubbidiente e cerco di fare quello che mi dicono. Juric mi spiega bene le cose. È un bravo allenatore. Mi ha colpito, passando dalla Primavera alla prima squadra, la velocità. Allenarmi con i giocatori che prima vedevo solo in tv e che adesso invece sono lì, con me, mi fa molto piacere». Gineitis si rafforza: «Sto mettendo massa lavorando in palestra. A centrocampo bisogna sempre lottare e servono muscoli. Quando sono arrivato, al primo allenamento ero chiuso, non parlavo con nessuno, poi dopo la prima amichevole sono diventato amico di tutti. Il primo che si è avvicinato a me è stato Schuurs, poi Ilkhan e anche Aina, i giocatori che parlano inglese. Il Fila è il top. E si mangia bene. Lo chef è molto bravo».
Gli inizi a Torino
«In Primavera non avevo tanti amici e parlavo solo con i compagni stranieri. Ho iniziato a giocare e mi sono fatto tanti amici anche italiani. Mi hanno aiutato parecchio. Il distacco dalla Lituania? Difficile, complicato. Ho pianto, anche tanto, sapendo che non sarei tornato ogni settimana, ma una volta ogni 3-4 mesi. È stato molto difficile. Anche mia mamma Sandra piangeva. Mio papà invece è calmo. Mio fratello gioca in Serie B lituana. Con mia sorella ci scriviamo, ma sono più legato a mio fratello. Sono venuti a trovarmi a Torino. Mi piace questa città e piace anche a loro. Caratterialmente sono calmo, non parlo tanto, ma faccio bene le cose, sono determinato. Il mio idolo è Frenkie de Jong perché mi piace come si muove in campo, la sua qualità… Vorrei somigliargli. Seguo anche il basket, la Nba e l’Euroleague Quando torno, faccio qualche tiro con gli amici. I tifosi? Mi piace molto quando cantano, li guardo, sono i migliori in Italia».