Marcatori: st 32′ Thiago Almada, 44′ Messi
Argentina (4-3-3-): Dibu Martínez; Molina, Romero, Otamendi (1′ st Lisandro Martínez), Tagliafico (25′ st Acuña); De Paul, Enzo Fernández (15′ st Paredes), Mac Allister (1′ st Thiago Almada); Messi, Julián Álvarez (1′ st Lautaro Martínez), Di María (15′ st Dybala). A disp. Armani, Rulli, Correa, Foyth, Montiel, Palacios, Pezzella, Guido Rodríguez. Ct Scaloni
Panamà (4-3-3): Guerra; Peralta, Ramos, Anderson; Galván (25′ st Casazola), Fariña (22′ st Hernandez), Gudiño (22′ st Moran), Murillo (32′ st Camargo); Córdoba (1′ st Browne), Quintero (1′ st Medina), Stephens. A disp. Dimas, Avila, Serrano. Ct Valdés
Arbitro: Ferreyra (Uruguay)
Note: ammoniti Galvan, Farina, Camargo. Angoli: 11-1 per l’Argentina. Recupero tempo: pt 1′; st 3′
BUENOS AIRES – Doveva essere festa per la Terza Stella, doveva essere l’omaggio ai Campioni che hanno fatto impazzire di gioia e d’amore un Paese intero. E festa è stata anche se non accompagnata da goleada. L’amichevole contro Panamà in un Màs Monumental gremito come non mai finisce 2-0: decidono un guizzo al 32′ della ripresa di Thiago Almada, joyita di scuola Vélez Sarsfield ora all’Atlanta United, abile a sfruttare un assist non troppo volontario di Leo Paredes, e il raddoppio, su punizione dal limite, di Lionel Messi, il Goat, a 1 minuto dal 90′, il suo gol numero 800 da professionista. Prima del match c’è stato di tutto: concerti (Fer Palacio, Los Totora, La T y la M, Fernando Romero inventore del tormentone “Muchachos”, Tula, Wos e pure La Konga) e il film sui campioni e il trionfo in Qatar proiettati sui maxischermi. Al momento dell’inno nazionale moltissimi dei ragazzi dell’Albiceleste, accompagnati dai figli, si sono sciolti in un pianto commovente: Di María, Dibu Martínez e lo stesso ct Lionel Scaloni non hanno resistito e si sono lasciati andare. Tutti meno uno: Lionel Messi ride, ride di gusto nel vedere l’amore degli argentini per Selección, La Pulga si nutre della passione folle della sua gente, proprio come ha fatto poche ore fa quando, all’uscita del ristorante “Don Julio”, barrio di Palermo, Buenos Aires, ha trovato 4 mila persone a cantare il suo nome. Aveva sfiorato il gol, sempre su punizione, nel primo tempo (18′): pallone accarezzato magistralmente e “stonf” sordo quando colpisce l’incrocio dei pali. Si era ripetuto nella ripresa (25′ st): stessa dinamica di tiro, stesso esito. Stava solo aggiustando la mira per l’ultima punizione: quella del gol numero 800, il 99° con la Selección.