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Sentimenti, Ungaretti e quel Lazio-Juve bello come una poesia

Nel 1948, in un’Italia che stava cercando di rinascere dopo la guerra, il portiere della Juve fu protagonista di una delle migliori partite in carriera. Con un tifoso d’eccezione in tribuna, il grande poeta

La guerra si era portata via sogni e speranze. Non c’erano da ricostruire soltanto le città, le strade, i ponti, i palazzi, le case, ma persino le anime della gente. Anzi: soprattutto le anime. E quella primavera del 1948, dopo che due anni prima il popolo aveva detto no alla monarchia e sì alla repubblica, diventava il momento decisivo per giocarsi il futuro.


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