Viaggio alle origini del difensore bianconero con Cipriani, suo d.s. al Pavarolo, e Bouchbika, compagno al Verbania: “Pane e salame dopo le partite, era un 16enne tra i 30enni. E quanti scherzi”
Le giornate di Federico iniziano all’alba. Ha 18 anni, mette la divisa da lavoro e carica gli infissi di alluminio sul camioncino dell’azienda. Arriva al cantiere, scarica tutto e inizia a montare. Resta lì fino al pomeriggio, poi torna a casa, prende il borsone e va agli allenamenti. “Era giovane, con il calcio guadagnava pochissimo. Gli davo 100 euro al mese, quando c’erano. Aveva bisogno di arrotondare”. Il Pavarolo gioca in Promozione, Gatti si divide tra juniores e prima squadra. Ad allenare i grandi c’è suo papà Ludovico: “Siamo amici da sempre. Ricordo Fede bambino palleggiare dietro la porta con suo padre in campo”. Franco Cipriani era il direttore sportivo del piccolo club dilettantistico quando Gatti inseguiva il suo sogno.